Covid, balzo dei casi in Italia: +52% nell'ultima settimana. La corsa di Omicron 5

In calo, invece, i morti. Le reinfezioni salgono al 7,4%

Roma, 20 giugno 2022 - La scorsa settimana si è registrato un rialzo significativo dei contagi da Coronavirus mentre sono diminuiti i decessi: è quanto emerge dall'analisi dei bollettini Covid quotidiani del ministero della Salute tra il 13 e il 19 giugno. L'impennata conferma l'ormai forte circolazione della variante Omicron 5 anche in Italia, più contagiosa ma non più grave delle sue 'sorelle' precedenti. Crescono sempre di più anche le reinfezioni, mettendo in discussione l'immunità di gregge ottenuta grazie alla vaccinazione. 

Covid Italia, il bollettino del 19 giugno

Tamponi Covid-19 (Ansa)
Tamponi Covid-19 (Ansa)

​Balzo dei contagi nell'ultima settimana

Sono stati in totale 219.234 i nuovi casi negli ultimi 7 giorni: +51,89% rispetto ai 144.333 della settimana 6-12 giugno, che a sua volta aveva segnato un +26,14% sui 114.426 casi del 30 maggio-5 giugno. Sono diminuiti, invece, i decessi: la passata settimana i morti totali sono stati 330, -27,15% sui 453 del 6-12 giugno e meno della metà di un mese fa (708 vittime nel periodo 16-22 maggio). Pesano sempre di più le reinfezioni: nel periodo in esame si è registrata una percentuale pari al 7,4% sul totale dei casi segnalati, in aumento rispetto al periodo precedente, quando erano il 6,3%. Le persone più a rischio di contrarre nuovamente il virus sono i non vaccinati, le donne, il personale sanitario e chi è vaccinato da più di 120 giorni.

La reinfezione con Omicron

Il problema delle reinfezioni è sempre più rilevante, perché le persone che si sono infettate negli ultimi mesi con Omicron BA.1, anche se vaccinate, potrebbero essere vulnerabili alle nuove sottovarianti BA.4, BA.5 e BA.2.12.1. Inoltre, "un vaccino booster derivato da BA.1 potrebbe non fornire una protezione ad ampio spettro contro le nuove varianti di Omicron". È la conclusione a cui sono giunti ricercatori cinesi coordinati dall'università di Pechino in uno studio pubblicato su Nature. La ricerca ha studiato l'evoluzione genetica a cui è andata incontro la variante Omicron negli ultimi mesi, indagando le mutazioni specifiche di ciascuna sottovariante e il mondo in cui gli anticorpi sviluppati in seguito alla vaccinazione o a precedenti infezioni fossero in grado di riconoscerle. BA.4, BA.5 e BA.2.12.1, spiegano i ricercatori, hanno molte affinità con la sotto-variante BA.2. Tuttavia, a differenza di questa, le mutazioni accumulate dalle nuove sottovarianti hanno conferito loro una maggiore capacità di eludere la risposta immunitaria sviluppata dopo un'infezione da BA.1, anche in chi ha fatto tre dosi di vaccino. "Questo fenomeno - scrivono - mette in seria discussione l'idea di un'immunità di gregge ottenuta attraverso la vaccinazione contro il virus originario e l'infezione da BA.1 e BA.2". Un'ipotesi che sembrava, almeno temporaneamente, plausibile vista l'alta copertura vaccinale raggiunta in molti Paesi affiancata agli alti tassi di infezione dovute a Omicron

La corsa di Omicron 5

Secondo i risultati dell'indagine rapida dell'Istituto superiore di sanità (Iss) pubblicati il 17 giugno, il 100% delle infezioni in Italia sono riconducibili alla variante Omicron, e sebbene sia ancora la sottovariante BA.2 quella dominante (62,98%), si è registrato un aumento notevole nella presenza delle sottovarianti BA.4 e BA.5. Infatti, quest'ultima sale al 23,15% a livello nazionale, mentre in alcune regioni diventa addirittura la variante prevalente: in Valle d'Aosta è al 100%, in Basilicata al 70% e in Molise al 50%. E' sopra la media, inoltre, nel Lazio (32,5%), in Puglia (32,6%) e in Friuli Venezia Giulia (31,1%). In Veneto, secondo l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, in poche settimane la BA.5 è passata dallo zero al 22%, diventando il secondo lineage più diffuso nella regione. Per colpa della corsa delle varianti, gli attualmente positivi in Veneto sono tornati sopra quota 40mila