Covid, il saturimetro come il termometro. "Ogni famiglia ne tenga uno in casa"

I medici di base: strumento utile per individuare i primi segnali di polmonite

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Saturimetro e farmaci. Ma, attenzione, solo quelli prescritti dal medico di base: ora più che mai il fai da te è dannoso. Questo è lo scenario che attende chi risulta positivo al Covid-19 e non presenta sintomi gravi.

Al di là di quelli ospedalieri ci sono diversi protocolli "ma non è detto che ci sia una terapia da seguire: se un paziente è positivo ma sta bene, se la saturazione è apposto, se è giovane e non ha particolari problemi se la cava senza terapia". A parlare è Pier Luigi Bartoletti, medico di famiglia a Roma e vice presidente della Federazione nazionale medici di medicina generale. Questo quadro in cui si sta a casa senza assumere farmaci è applicabile, in pratica, "a un soggetto giovane, in buona salute, con il 98-99% di saturazione e un po’ di febbre, tra i 37 e i 37,5". "In questo caso, infatti – continua Bartoletti – abbassare la febbre con il paracetamolo fa più male che bene. Se, invece, la febbre sale verso i 38, non ci sono segnali di desaturazione e in assenza di altre patologie si può prendere un po’ di paracetamolo per abbassarla".

In ogni caso "il saturimetro è fondamentale, la nostra bussola", aggiunge Bartoletti. Quando ci si deve allarmare? Quando la saturazione "scende nel giro di poco tempo rispetto a quella basale, passando per dire dal 99% al 96%". È l’inizio di una polmonite e servono farmaci "a base di cortisone" ed eparina perché "con la mobilità ridotta va evitato che si creino trombi". In caso di patologie concomitanti scatta anche il ciclo di antibiotici. I pazienti bisognosi di una terapia del genere "sono il 20% dei positivi d’età media sui 40 anni ma aumentano se cresce l’età", conclude Bartoletti.

 

 

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