Covid in Italia, come evolverà la pandemia. "Picco a inizio gennaio"

Il fisico Battiston: "A Natale arriveremo a 30mila casi al giorno". Gli ospedali? Possono reggere 40 giorni

L’andamento della pandemia in Italia assume contorni sempre più preoccupanti (ieri oltre 26mila nuovi casi), con una crescita della curva che non dà segnali di frenata. Assieme a Roberto Battiston, ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e coordinatore dell’Osservatorio dati epidemiologici del dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, dall’analisi dei dati siamo arrivati a ipotizzare cosa dobbiamo attenderci per il futuro prossimo.

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Un mese fa i nuovi casi crescevano del 30% a settimana, ora del 20%. Che andamento sta avendo la curva?

"Siamo di fronte a una crescita esponenziale regolare, lenta, ma che va avanti da 8 settimane – spiega Battiston –. La situazione non è né migliorata né peggiorata, ma è importante che questa crescita venga frenata in fretta".

"A Natale avremo 25-30mila casi" ha detto un mese fa. Siamo in linea?

L’andamento epidemiologico ricalca quanto scritto il 15 novembre dal QN. "E così sarà, manca una settimana al 25: l’oscillazione porterà a un valore massimo settimanale di circa 30mila contagi quotidiani verso Natale", prosegue il fisico.

Il picco quando sarà?

La crescita esponenziale inglese rende le previsioni difficili, ma bisogna ricordare che il governo inglese ha scelto strategie diverse dall’Italia. "Se le terze dosi e il Super Green pass faranno sentire i loro effetti, la crescita potrebbe rallentare all’inizio di gennaio – analizza Battiston –. Ma c’è l’incognita Omicron: anche se l’Italia sarà una delle ultime nazioni ad avere questa variante dominante, è presto per fare proiezioni". Il prossimo mese, insomma, è decisivo.

L'effetto delle terze dosi quando si sentirà?

La velocità regolare di crescita dimostra che gli effetti delle dosi aggiuntive ancora non ci sono. "Siamo ancora a valori bassi con le terzi dosi (solo il 40% degli 80enni l’ha fatta, ndr) perché sono state somministrate al 25% di coloro che avevano concluso il ciclo vaccinale – dice l’ex numero uno Asi –. Quando arriveremo al 60% della copertura della popolazione, sentiremo gli effetti nel bollettino quotidiano: quindi la strada e lunga, speriamo a gennaio. Per l’effetto del Super Green pass, invece, dobbiamo scavallare Natale, anche se ci sono le vacanze che rappresentano un rischio. L’effetto della vaccinazione ai bimbi, 3,3 milioni di persone tra 5-11 anni, darà i suoi effetti da fine gennaio".

E la curva delle ospedalizzazioni?

"I ricoverati, rispetto agli infetti, sono il 2 per cento. Le ospedalizzazioni salgono, inoltre, del 2% al giorno e questo chiarisce bene come le regioni italiane stiano spostandosi verso la colorazione gialla. Al momento, però, siamo ancora in una situazione gestibile per le strutture sanitarie, con numeri contenuti rispetto alla saturazione dei posti letti occupati. Ma sta suonando il primo campanello di allarme", fa notare Battiston.

Le morti stanno risalendo. Perché?

Ieri le vittime con Covid sono state 123, mentre il giorno precedente erano state 129. "Il numero di vittime giornaliere è di circa 1 ogni 2.500 infetti attivi e siamo giunti a una media di cento morti al giorno. Questo dato è molto più basso rispetto al passato, riguarda per la maggior parte i non vaccinati. Chi non è immunizzato sta diventando preponderante nella catena che porta dalle infezioni ai ricoveri, poi alle Rianimazioni e, in alcuni casi, al decesso".

Gli ospedali possono reggere?

"Con un ritmo di crescita dei ricoveri del 2% ogni 24 ore, sempre più regioni cambieranno colori, fino al rosso". Restano 40 giorni, poi la crescita deve arrestarsi.