Covid, il microbiologo: vaccini efficaci e sicuri. "A giugno saremo fuori dal tunnel"

L’ex direttore dell’Ema, Guido Rasi: metodo dell’mRna testato nei malati di cancro, esclusi effetti collaterali dopo anni "L’autorizzazione Ue a Pfizer tra poche settimane. Italia in ritardo? No, anche Moderna e AstraZeneca avranno presto l’ok"

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"Con il nuovo anno ci libereremo di questa pandemia grazie a vaccinazioni affidabili, siamo a un passo dall’approvazione. Così l’Italia potrà ripartire". Guido Rasi ha lasciato da pochi giorni la direzione dell’European Medicines Agency (Ema). Ha assistito alla gestazione dei nuovissimi antidoti contro il Sars-Cov-2 da un osservatorio privilegiato ed è tornato ora alla sua cattedra, Università di Roma Tor Vergata, ordinario di microbiologia.

Professore, sono già iniziate le vaccinazioni anti Covid nel Regno Unito, negli Usa le prime consegne arriveranno come regalo di Natale. Tra un mese dovrebbero partire Francia e Germania. Secondo il commissario Arcuri, noi cominceremo a fine gennaio. Saremo buoni ultimi?

"Eviterei di parlare di ritardo. Se tutto va bene, il 29 dicembre l’Ema concede l’autorizzazione. Dopo la ratifica della Commissione, prevedibilmente dal 4 gennaio, si potrà vaccinare. Nella fase di avviamento cambia poco. Questa è una macchina complessa".

Come definirebbe la mossa londinese, che giocando d’anticipo ha spiazzato tutti?

"Una furbata. Si sono procurati in Belgio un piccolo lotto di vaccini Pfizer, e gli hanno attribuito un valore simbolico. Ma hanno somministrato per loro stessa ammissione un prodotto a scatola chiusa, ricevuto e approvato alla disperata, dalla sera alla mattina. L’Ema farà indagini rapide ma scrupolose sui dossier, validando tutta la produzione mondiale, rilasciando una patente di efficacia, in assenza di effetti collaterali".

Ma un ritardo di 20 giorni può significare che la terza ondata colpirà in Italia più che altrove?

"I numeri nel primo trimestre incideranno poco sull’andamento della pandemia".

L’Italia ha puntato molto sul vaccino AstraZeneca (oltre 40 milioni di pezzi). Ora che i tempi si allungano rischiamo di restare senza scorte?

"Ci sono anche i vaccini di Moderna, un milione di dosi in seconda battuta, approvazione prevista il 10 gennaio. Io credo che il terzo vaccino arriverà poco dopo. Mi preoccupo piuttosto del fatto che in tutto il mondo, quando le dosi sono pronte e sicure, molti si tirano indietro".

Quando vedremo in Italia gli effetti della profilassi?

"Se tutto procede, secondo me a maggio-giugno si riparte. Massimo settembre, dipende. Occorre coinvolgere la gente senza rendere obbligatoria la vaccinazione, individuare i grandi diffusori per spezzare la catena dei contagi. Tra un paio di mesi capiremo, ad esempio, quanto circola il virus nei mezzi pubblici, tra i pendolari. Tagliare i ponti all’infezione potrebbe rivelarsi più importante che immunizzare milioni di persone che già si cautelano. Giustissimo, comunque, proteggere subito il personale sanitario, gli anziani e gli operatori nelle residenze. Ci risparmieremo un tributo elevato in termini di vittime".

Dopo quanti giorni il vaccino diventa efficace?

"Dopo i primi 15 giorni, massimo un mese dalla somministrazione, i numeri corretti li dirà l’Ema. Se uno si ammala di Covid nei primissimi giorni successivi alla vaccinazione, prima di aver sviluppato anticorpi, probabilmente avrà una forma a decorso lieve".

Potrebbero insorgere effetti collaterali imprevisti nel lungo termine?

"Nel tempo l’informazione inviata al sistema immunitario si esaurisce. Le tecniche di laboratorio, terapia genica e cellulare, utilizzate nella preparazione di questi vaccini mRna, sono già state collaudate con successo nella realizzazione di farmaci impiegati contro il cancro e le malattie rare. Quindi escluderei brutte sorprese. Ma non diamo nulla per scontato, devono prima superare l’ultimo esame".

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