Covid, un gatto positivo alla variante inglese scoperto in Piemonte

Il felino sarebbe stato infettato dai padroni con cui vive nel Novarese. Esperto: "Nessuna evidenza scientifica" che i gatti possano diffondere il virus

Un gatto (Ansa)

Un gatto (Ansa)

Torino, 18 marzo 2021 - La variante inglese del Covid-19 scoperta in un gatto in Piemonte. La notizia della prima volta in Italia arriva dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemone, Liguria e Valle d'Aosta, che ha trovato il ceppo britannico in un felino maschio, castrato, di 8 anni, che vive in una casa nel novarese con padroni positivi.

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Il micio di casa aveva iniziato ad avere i sintomi respiratori una decina di giorni dopo l'insorgenza della malattia nei suoi padroni, che in isolamento domiciliare con il povero animale domestico, lo avrebbero infettato.  

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Il direttore dell'Istituto che ha scoperto la variante britannica sull'animale, Angelo Ferrari, ha sottolineato la pronta identificazione del virus: "Questa diagnosi e l'identificazione della variante inglese dimostrano quanto il sistema dei controlli e la gestione integrata della pandemia siano efficaci e pronti ad agire tempestivamente". Fortunatamente il gatto e i suoi proprietari sono in via di guarigione. 

Nessuna prova evidente che i gatti diffondano virus

Secondo gli esperti la notizia non deve allarmare. Lo spiega Bartolomeo Griglio, responsabile della Prevenzione della regione Piemonte: "A causa della malattia dei loro proprietari, gli animali d'affezione si ritrovano a vivere in ambienti a forte circolazione virale. Non è dunque inatteso che anch'essi possano contrarre l'infezione, ma non esiste evidenza scientifica sul fatto che giochino un ruolo nella diffusione del Covid-19. Il contagio interumano rimane la principale via di diffusione della malattia". 

Ma nel 2020 milioni di visoni furono abbattuti

E' anche vero che nel 2020 furono abbattuti milioni di visoni, iniziando dalla Germania e dall'Olanda, poi passando alla Daniimarca, che rilevò una nuova mutazione del Covid, nei negli animaletti da pelliccia, che si era già diffusa nell'uomo e poteva potenzialmente mettere a rischio anche l'efficacia di un futuro vaccino. Infine la stessa mutazione del Sars-CoV-2 era stata segnalata anche in Italia e in altri 4 Paesi, oltre la Danimarca, rendeva noto l'Oms. Poco dopo, 23 novembre 2020, il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, firmava un'ordinanza di stop agli allevamenti di visoni in Italia, dopo che anche quelli francesi erano stati trovati positivi.