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Roma, 16 febbraio 2022 - L’emergenza è finita, lo dicono numeri e scienziati. Guido Silvestri, patologo, immunologo e virologo, professor & chair presso Emory University di Atlanta, pensa che "la pandemia come emergenza sanitaria in grado di travolgere i servizi sanitari sia ormai finita nei Paesi occidentali e ovunque ci siano percentuali di vaccinati sufficientemente alte, oltre il 90% della popolazione adulta". "Lo scenario più probabile è che Covid diventi una malattia respiratoria endemica dal tipico andamento stagionale, con recrudescenza nel tardo autunno e soprattutto inverno – spiega – come vediamo con l’influenza e con i coronavirus che già da tempo sono adattati alla popolazione umana". Bollettino Covid: i dati del 16 febbraio E su questa scia prosegue anche Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico: "Non credo verrà prorogato lo stato di emergenza e, quindi, si scioglierà anche il Cts. Non credo che dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela". I numeri della pandemia spiegano che la curva dei ricoveri comincia a scendere rapidamente: in una settimana, il dato dei pazienti Covid ricoverati è diminuito del 17% secondo la rilevazione Fiaso (Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere) del 15 febbraio. Nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti, rispetto all’8 febbraio, si attesta al 16% mentre nelle intensive il calo arriva al 26%. Il grande lavoro sui vaccini ha rappresentato la differenza con l’anno scorso, quando non avevamo strumenti così efficaci contro il virus. Ora l’orizzonte più probabile è una (eventuale) immunizzazione annuale. Il direttore generale Nicola Magrini spiega: "Per la popolazione non fragile, con la prossima estate entreremo in uno scenario nuovo: un’immunità diffusa e una circolazione del virus ...
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