Zona arancione e rossa, ecco le regioni a rischio. I medici chiedono lockdown totale

Oggi la decisione del governo: a rischio Liguria, Toscana, Campania, Umbria e Veneto. L’Alto Adige gioca d’anticipo: "Chiudiamo tutto"

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Gli effetti dell’ultimo Dpcm si conosceranno solo tra due o tre settimane, ma l’Ordine dei medici è già convinto che queste misure non siano sufficienti. Il presidente Filippo Anelli chiede infatti di estendere il lockdown all’intero territorio nazionale, altrimenti "in un mese, se il trend epidemico non subirà un’inversione, ci troveremo in una situazione drammatica. Il sistema non reggerà una media di 1.000 ricoveri al giorno, e dovremo fare i conti con 10.000 decessi". Lo fa sulla base dei dati particolarmente negativi di sabato confermati, però, nella sostanza se non nell’apparenza, da quelli di ieri: i contagi sono scesi (32.616 casi) ma sono stati fatti 40mila tamponi in meno (191.144).

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Non a caso, il rapporto tra tamponi e positività resta invariato intorno al 17%. A questo si sommano i numeri delle terapie intensive particolarmente negativi: 2.749 posti occupati. Insomma, il quadro non è cambiato e la richiesta dei medici è legittima, benché calino i morti: 331. Lo dimostra la situazione critica degli ospedali dal Nord al Sud, con Napoli maglia nera. Di qui il j’accuse del sindaco Luigi De Magistris: "Proclamare la Campania zona rossa è una decisione inevitabile, anzi tardiva". In Sicilia, l’emergenza innesca la polemica tra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che scrive a premier e governatore della Regione ("Si va verso una strage annunciata"), e il commissario per l’emergenza Covid, Costa, che assicura: "Affrontiamo la crisi in modo adeguato".

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Per uscire rapidamente dal tunnel c’è un modo: il vaccino. "La distribuzione massiva avverrà alla fine del primo trimestre del 2021, o alla fine del primo quadrimestre", dichiara il ministro della Salute, Roberto Speranza (nella foto). Al momento sembra più un auspicio che una certezza. Né ci sono certezze per quanto concerne i dati delle Regioni tanto che il ’verdetto’ con il consueto rapporto settimanale dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) slitta di nuovo. Nella fase di validazione delle informazioni, alcune Regioni hanno chiesto più tempo e l’incontro della cabina di regia ci sarà solo oggi (alle 15).

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L’esecutivo ha concesso la proroga per dare modo ai territori di far arrivare tutto ciò che è necessario per decidere. "C’è un rapporto serio tra le Istituzioni e sarebbe un reato serio dare dati falsi", chiarisce Speranza. Tutti escludono il dolo, resta il fatto alcuni li ritengono sovrastimati altri sottostimati, per cui c’è chi vuole uscire dalla zona rossa e chi ci vuole entrare.

A meno di nuovi colpi di scena, oggi ci saranno upgrade che cambieranno il colore della cartina di rischio dell’Italia: se l’Alto Adige ha giocato d’anticipo, decretando la zona rossa, altrettanto fa il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in senso contrario: "Il report arrivato dal ministero e dall’Iss conferma i dati del precedente che ha decretato la Regione zona gialla". Non è detto però che finirà così: secondo il trend di questi giorni la Liguria resta sub iudice, al pari di Campania, Toscana, Umbria e Veneto che potrebbero recedere verso l’arancione o il rosso. I contagi corrono anche in Emilia-Romagna, un dato da pesare assieme agli altri indicatori. Se è ancora incerto quali saranno i cambiamenti, è certissimo che l’aggiornamento provocherà l’ennesima ondata di proteste.

 

 

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