Covid, "verso 5 regioni con incidenza sopra 250". Epidemiologi: ecco cosa fare

Le stime degli esperti: quale sarà la situazione epidemiologica fra due settimane. Le raccomandazioni per gestire la pandemia: "Contattare uno a uno i non vaccinati, accelerare su terza dose, più prevenzione per under 12". Green pass, i criteri non cambiano

Covid, grafico Gimbe contagi in Italia

Covid, grafico Gimbe contagi in Italia

Roma, 15 novembre 2021 - In Italia è in corso una "significativa accelerazione nella diffusione dei contagi" di Covid 19. Lo fa presente il Gruppo di Lavoro MADE dell'Associazione Italiana di Epidemiologia, che oggi diffonde le stime di incidenza di casi insieme a un 'position paper' che contiene cinque raccomandazioni per la gestione della pandemia in questa fase. 

Il bollettino del 15 novembre: contagi e ricoveri

Covid, Ciccozzi: "Mascherine all'aperto per salvare il Natale"

L'indice di replicazione diagnostica (Rdt) "è pari a 1,42" a livello nazionale "e superiore all'uno in tutte le regioni", calcolano gli epidemiologi, che prendono come riferimento il dato del 13 novembre. Questo significa che i contagi aumenteranno velocemente fino a "portare tra due settimane 5 regioni a superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100.000 (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d'Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano ndr) e altre 8 sopra 150 casi per 100.000". 

Il peggioramento decisivo della situazione epidemica veniva evidenziato già qualche giorno fa, numeri alla mano, dalla Fondazione Gimbe, che stimava come nella settimana del 3-9 novembre il numero dei casi fosse cresciuto di quasi il 38% rispetto alla precedente, quello dei ricoveri del 14,8%, del 9,4% quello delle terapie intensive. Oggi il bollettino di Ministero e Istituto Superiore di sanità parla di un aumento del 42% delle infezioni negli ultimi sette giorni, e di un +34% di decessi. 

Cosa suggeriscono gli esperti? Innanzitutto di puntare sulla prevenzione promuovendo le vaccinazioni "nei soggetti che, fino ad ora, non hanno aderito all'offerta puntando a campagne mirate di chiamata attiva". In secondo luogo, è necessario accelerare al massimo la somministrazione della terza dose. 

Quante vaccinazioni servono per evitare un contagio?

Per spiegare l'importanza della vaccinazione gli epidemiologi ricordano che è possibile calcolare le iniezioni necessarie per evitare un determinato numeri di infezioni, ricoveri, ricoveri in intensiva e decessi. In base ai numeri di ottobre - calcolano gli epidemiologi - se avessimo raggiunto 367 soggetti, tra le 235.000 persone di più di 80 anni ancora non vaccinate, avremmo evitato un contagio; con 783 somministrazioni avremmo evitato un ricovero e, con 1.365 vaccinazioni tra gli over 80 non vaccinati, avremmo evitato un decesso. "Con l'aumento prevedibile dell'incidenza nelle prossime settimane, il guadagno in numeri assoluti di eventi evitati con la vaccinazione risulterà ancora maggiore". 

Vaccini ai bambini, quando si decide 

Pfizer, Moderna e J&J a confronto: quanto dura l'efficacia dei vaccini 

Le raccomandazioni degli epidemiologi

Tra le priorità della gestione sanitaria c'è la prevenzione dei contagi nei bambini sotto i 12 anni (ancora non vaccinabili) "sia per proteggerli, sia per scongiurare situazioni che possano interrompere la continuità scolastica e recare nuovamente danno alla vita relazionale". "Rispetto all'autunno scorso, il rilassamento di alcune misure di prevenzione sta portando ad un aumento dell'incidenza di sindromi influenzali, in particolare nelle fasce di età 0-4 anni, che certamente complica e aggrava il lavoro di inquadramento diagnostico e di gestione dei casi", avverte l'Associazione italiana di epidemiologia. 

Ecco di seguito le 5 raccomandazioni dell'Aie. 

1) Avviare la chiamata attiva per tutte le persone non ancora vaccinate, coinvolgendo le strutture del Servizio sanitario nazionale e i medici di medicina generale, per incrementare il più possibile, in tempi rapidi, la copertura vaccinale; 2) Accelerare la somministrazione della dose di richiamo per le persone che hanno ricevuto la seconda dose da più di 6 mesi, con priorità per i soggetti a maggior rischio; 3) Proteggere dal rischio di infezione i bambini e gli adolescenti, aumentando il livello di attenzione sulle misure di prevenzione nelle scuole e nei luoghi frequentati dai minori; 4) Potenziare i Dipartimenti di Prevenzione per le attività di identificazione dei casi sospetti, isolamento dei casi positivi e 'contact tracing', in particolare in ambito scolastico e comunitario; 5) Mantenere le regole generali di prevenzione: distanziamento fisico, ventilazione frequente degli ambienti chiusi, mascherina al chiuso e all'aperto in caso di aggregazioni di più persone.

Green pass, i criteri non cambiano

Per ora, comunque, i criteri per l'assegnazione del Green pass non cambiano e restano i tre finora adottati, come specificato dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. "I criteri per il Green pass come tutti sanno sono tre, quindi è previsto l'ottenimento anche del Green pass con il tampone, questo è quello che da oggi ci differenzia dalla scelta che ha fatto l'Austria. Su questo tema ad oggi non c'è la volontà di una modifica anche perché qualora ci dovessero essere delle situazioni che ci dovessero indurre a restringere o a prolungarle io sono per valutare l'estensione dell'obbligo per alcune categorie".