Saturimetro, aspirina e medico di base. Ecco come battere il Covid a domicilio

Per comprendere l’evoluzione dell’infezione sono fondamentali i primi giorni. Il cortisone? Lo prescrive solo lo specialista

Covid, cosa fare a casa

Covid, cosa fare a casa

Roma, 11 marzo 2021 - I primi giorni sono decisivi per vedere che piega prende il Covid-19. L’infezione può risolversi come una sindrome influenzale (ci possono essere tosse, febbre, dolori muscolari, stanchezza, a volte nausea con incapacità a percepire sapori e odori), ma è sempre possibile aggravarsi in maniera repentina, con affanno respiratorio: in quei casi, su indicazione del medico, si rende necessario chiedere una visita urgente o farsi accompagnare in ospedale.

Covid oggi: il bollettino dell'11 marzo

SI PUÒ PRONOSTICARE L’EVOLUZIONE?

Finalmente sì, i medici hanno imparato a riconoscere i pazienti a rischio. "Già alla prima visita – ha dichiarato Antonella D’Arminio Monforte, direttore delle Malattie infettive nella Asst Santi Paolo e Carlo di Milano – siamo in grado di prevedere il decorso basandoci sugli esami del sangue, la Tac del torace e le caratteristiche del paziente (obesità, ipertensione, grandi anziani con più patologie). Utilizziamo ad esempio gli antivirali, il remdesivir: prima si abbassa la carica virale, minore sarà l’entità della reazione".

QUALI SONO LE CURE DOMICILIARI?

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri, ha diffuso con altri autori uno schema rivolto ai medici di famiglia per trattare a casa la sindrome da virus Sars-Cov-2. Ai primi sintomi, in attesa dell’esito del tampone, regolarsi come con le virosi delle alte vie respiratorie, ad esempio prendendo aspirina o nimesulide.

CHE COS’È LA VIGILE ATTESA? Premesso che non esiste un approccio unico al Covid-19, è illuminante la spiegazione di Nicola Magrini, direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, riportata sulle pagine web della Fnomceo (ordini dei medici). "Nella fase iniziale domiciliare la vigile attesa – spiega il numero uno dell’Aifa – consiste nel trattare solo i sintomi febbrili. Ovviamente questa condotta dipende dalle fasi e dalla gravità della malattia". Per ragguagli il ministero ha emanato una circolare sulla gestione domiciliare.

MANCANO FARMACI RISOLUTIVI?

Vero e falso, nel senso che c’è un’evoluzione continua data dalla ricerca che, tra vaccini e varianti, indica come orientarsi quando si è contratta l’infezione. La prudenza è d’obbligo secondo Pierluigi Viale, che ha presieduto l’ultimo congresso Simit, Società italiana malattie infettive. Purtroppo mancano farmaci paragonabili agli antivirali ad azione diretta che in poche settimane cancellano qualsiasi traccia del virus dell’epatite C.

A COSA SERVE IL SATURIMETRO?

Questo strumento è come una capsula che si applica al polpastrello, sulla punta di un dito della mano. "Attraverso l’impiego del saturimetro – ha spiegato il presidente della Società italiana di pneumologia, Luca Richeldi, in occasione del webinar Federfarma Mondosanità – è fondamentale controllare i livelli di ossigeno nel sangue nei Covid-19, in particolare nei pazienti con patologie respiratorie croniche a rischio complicanze".

CHI PRESCRIVE EPARINA, CORTISONE E OSSIGENO?

Antinfiammatori sofisticati, antiaggreganti e antiacoagulanti vengono prescritti solitamente a livello specialistico. I cortisonici, se prescritti a casa e prematuramente, possono paradossalmente influenzare la replicazione virale. Con tutte le conseguenze del caso. Si ricorda che il ministero ha sconsigliato l’uso del cortisone sul territorio con la sola eccezione dei soggetti in ossigeno terapia domiciliare.

COSA ALTRO FARE?

L’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (AIPO) in un documento di indirizzo parla di terapie adiuvanti citando studi sullo stress ossidativo nelle polmoniti batteriche. "L’associazione tra antibiotico e la N-acetilcisteina – ha affermato il presidente, Adriano Vaghi - mostra di migliorare il decorso grazie all’effetto antiossidante della Nac, che è in grado di modulare il processo infiammatorio". Ieri in un seminario di Italia Longeva il presidente Roberto Bernabei ha raccomandato l’aderenza al trattamento farmacologico, considerata un parametro essenziale per garantire la salute degli anziani. Sempre ieri durante una conferenza stampa della Società italiana di neurologia si è parlato di prevenzione delle complicanze a livello di sistema nervoso centrale come conseguenza della pandemia, tanto che ormai si parla di NeuroCovid.