Covid in Italia, la curva dei contagi sale. Cosa dicono gli esperti

Sileri: "I casi aumenteranno, ma gran parte della popolazione è protetta". Bassetti: "Non chiamiamola ondata, no allarmismo"

Roma, 21 giugno 2022 - Nelle ultime settimane si osserva una rapida risalita della curva dei contagi da Coronavirus in Italia, quindi si è tornati a discutere di variantimascherine, ondate e vaccini. Ma quanto ci dobbiamo preoccupare? Come questa nuova 'ondata' può essere diversa dalle altre? Ecco cosa pensano gli esperti della situazione attuale.

Covid Italia, il bollettino del 21 giugno

Parisi: "Casi in chi finora era sfuggito al virus"

"Si dice che sia tutto finito, ma non lo è". Lo afferma il premio Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell'Accademia dei Lincei. E' finita la fase acuta della pandemia, ma non la fase cronica, di conseguenza i dispositivi di protezione individuale come la mascherina hanno ancora un ruolo importante. Tuttavia, secondo Parisi, il loro uso "deve essere valutato a seconda delle situazioni". "E' possibile che le nuove sottovarianti di Omicron stiano colpendo anche l'ultimo serbatoio delle persone che finora si erano salvate; anche le reinfezioni sono molto aumentate e viviamo in una situazione nella quale le persone che probabilmente si sono ammalate nella prima ondata di Omicron ora potrebbero essere a rischio", spiega Parisi. Negli ultimi quattro giorni, continua l'esperto, "l'incremento dei casi di Covid in Italia si è stabilizzato sul 60% alla settimana: è un buon segno. Speriamo che la settimana prossima non si rilevino aumenti superiori al 60% e che poi i casi tornino a diminuire in maniera costante". Attualmente, osserva, "i casi stanno aumentando e così gli indici relativi ai ricoveri. Stiamo osservando in Italia un fenomeno visto in altri Paesi europei, nei quali c'è stato un rapido aumento dei casi, che poi hanno preso a diminuire. La speranza - rileva il Nobel - è che anche in Italia andrà così". Per quanto riguarda le previsioni sul futuro, quella attuale "è una situazione in cui è difficile capire bene che cosa succede. Nei prossimi giorni sono attesi altri casi e poi, una volta diminuite le persone suscettibili, questa ondata si dovrebbe fermare, ma è davvero molto difficile fare previsioni a una settimana o a un mese", conclude.

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri (Ansa)
Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri (Ansa)

Sileri: "Ci saranno anche altre ondate, ma sempre più limitate"

"Il virus non è scomparso, c'è. Ci saranno ondate ma sempre più limitate come durata, come quantità e come gravità dei sintomi fra persone vaccinate". Così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, interpellato dai giornalisti sul tema. "I casi sicuramente aumenteranno e avremo anche altre ondate oltre a questa estiva - ha proseguito - ma in un Paese che oggi è largamente vaccinato o ha largamente incontrato il virus o la combinazione di vaccinazione e incontro del virus. È un passaggio dalla pandemia all'endemia e vi saranno delle epidemie, così come accade nel periodo invernale per le influenze, con delle recrudescenze nella popolazione che però è largamente protetta". La situazione, secondo Sileri, va però "naturalmente valutata con attenzione e bisogna spingere sulle vaccinazioni per chi ancora non le ha fatte; personalmente - ha sottolineato - sono per esempio preoccupato per quelle aree del Paese dove non sono state fatte le dosi booster nei soggetti più anziani, ma non perché vivremo qualcosa di già visto in passato nella forma più violentata, ma perché laddove ci sono più contagi tra persone non vaccinate, meno vaccinate o vaccinate tanto tempo fa, maggiore è il rischio per i più fragili di avere bisogno di un ricovero ospedaliero".

Bassetti: "Non chiamiamola ondata"

"Non possiamo minimamente paragonare quello che vediamo oggi a quanto abbiamo visto nelle quattro ondate precedenti. Anzi evitiamo di chiamarla ondata. Le abbiamo chiamate così perché dalla prima alla quarta hanno messo in difficoltà gli ospedali, mentre questa, a livello ospedaliero, non sta dando nessun tipo di interessamento". Lo ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, sottolineando come se è vero che il virus è diventato "endemico" è anche vero che "ha perso parte della sua stagionalità". "Si diceva prima - ha aggiunto - che i mesi caldi portano via il virus, mentre ora vediamo che si è adattato all'ambiente, non solo variando e diventando più contagioso ma anche adattandosi alle temperature". Le varianti Omicron 4 e 5 sono talmente contagiose che, "se entrano in una comunità, che si tratti di famiglia, un congresso o una cena, si contagiano praticamente tutti. Ma chi si contagia guarisce in 3-4 giorni nel 99% dei casi". Mentre in ospedale, "di casi di polmoniti grave come quelli che vediamo fino a 6 mesi fa, non li stiamo vedendo". Bassetti invoca quindi toni meno "ansiogeni". "Ho sentito parlare di Omicron che sarebbe 5 volte più forte di un'influenza, così come di un presunto picco a fine luglio: ma non bisogna dare queste notizie, su che basi scientifiche lo diciamo?". Oggi, ha concluso, "vediamo una situazione simile a quella che hanno già vissuto in Sud Africa, Portogallo, Spagna e Germania. Ma lì hanno vissuto in modo maturo quello che stiamo vivendo noi ora. Ci vuole maturità da parte di tutti, anche dei media, che non devono essere troppo ansiogeni".