Covid, il rischio di una nuova variante. "Farmaci e vaccini le nostre armi"

Il virologo Baldanti: "Solo così ci proteggiamo. I cinesi sostengono che da loro circoli Omicron 5, la nostra quarta dose funzionerebbe"

Pavia, 29 dicembre 2022 - "Tre anni fa non conoscevamo il Covid. Adesso abbiamo i farmaci e i vaccini". Fausto Baldanti è il responsabile del laboratorio di virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia, centro di riferimento per il sequenziamento del virus in Lombardia. Osserva gli ultimi dati del tracciamento con i tamponi all’aeroporto di Malpensa, porta d’ingresso in Italia per i turisti di Pechino assieme a Roma Fiumicino: positivo al Covid il 38% dei 92 passeggeri atterrati su un primo volo dalla Cina, contagiato il 52% dei viaggiatori sul secondo. Dice: "Un déjà-vu, senza ombra di dubbio. La nuova minaccia arriva alla fine del 2022, c’è sempre un “2“ che ricorre in questa pandemia. Non dimentichiamo che il primo caso di Covid in Italia lo abbiamo individuato il 20/2/2020. La cornice, tuttavia, è molto diversa".

Tamponi obbligatori Covid per chi arriva dalla Cina. Come funziona: la guida

Un operatore Covid dell'ospedale di Bangalore, in India
Un operatore Covid dell'ospedale di Bangalore, in India

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In che senso, professore? "La situazione oggi è molto migliore rispetto a quella del 2020. Farmaci e vaccini sono le armi".

Quale variante è stata riscontrata dai tamponi effettuati sui passeggeri sbarcati dalla Cina? "Ancora non lo sappiamo, i risultati arriveranno a ore. Le autorità cinesi sostengono che nel Paese stia circolando prevalentemente Omicron 5. Se così fosse, la nostra quarta dose di vaccino coprirebbe anche questa variante. Purtroppo, però, in Italia poche persone hanno scelto di riceverla".

Come spiega questa nuova ondata di contagi nella Repubblica Popolare? "I virus si diffondono facilmente quando la popolazione è numerosa e non immunizzata. In Cina sono 1,7 miliardi e il vaccino che in pochissimi hanno ricevuto è a base proteica, non a Rna messaggero come il nostro".

Quale variante è maggioritaria al momento in Italia? "La Omicron 5 per il 90%, con alcune sottovarianti. Omicron BA.5 (34,2%) e BQ.x (31%). Più di due terzi dei contagiati risultano essere infetti da queste due tipologie. È dalla fine dello scorso anno che circola praticamente solo questa variante. Le precedenti duravano due o tre mesi, poi mutavano. Questa resiste: vuol dire che il virus sta diventando endemico. Il SARS-CoV-2 circola ancora, certo, ma non è aggressivo come prima. Negli ultimi tempi l’influenza ha quasi soppiantato il Covid".

Ha fatto bene il governo a disporre il tampone obbligatorio per chi arriva dalla Cina? "Ha fatto benissimo: la sorveglianza è fondamentale".

Se la variante che sta arrivando sugli aerei da Pechino dovesse essere diversa da Omicron 5, potremmo trovarci di fronte a una nuova esplosione del virus? "Non credo, e per diversi motivi. Molte persone oggi sono vaccinate e, avendo contratto il Covid in questi anni, hanno anche sviluppato gli anticorpi. Se così non fosse, con i vaccini a Mrna abbiamo comunque un vantaggio: in pochissime settimane possiamo trovare il “messaggero“ in grado di intercettare e combattere il virus. Non ripiomberemo nel panico del 2020".

Riparte il tracciamento massivo: il sistema dei laboratori è pronto oggi a sostenere la mole di lavoro per il sequenziamento in tempo reale? "Il San Matteo è centro di riferimento in Lombardia, diamo il nostro supporto, ma c’è una rete di centri scientifici qui e nel resto d’Italia impegnati nella sorveglianza".