Covid, lo studio: gli antinfiammatori riducono del 90% i ricoveri

La comunità scientifica concorda: a uccidere i malati è l'infiammazione, non il virus. Con terapia il rischio di ospedalizzazione si riduce dell'85-90%. Aifa: salgono prescrizioni di Lagevrio e Paxlovid

Roma, 26 agosto 2022 - Il rischio di ospedalizzazione per Covid si riduce dell'85-90%, se appena compaiono i sintomi si inizia una terapia a base di antinfiammatori (in particolare non steroidei, i Fans). La comunità scientifica, dopo due anni e mezzo di pandemia, concorda su un punto: a uccidere i malati è l'infiammazione (o flogosi), non il virus.

Oggetto di diversi studi è stata l'ipotesi di intervenire precocemente per spegnerla. Tra gli studi anche un ampio lavoro pubblicato oggi su 'Lancet infectious diseases' e riportato da 'Il Corriere della Sera', condotto dall'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli autori - Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis - hanno preso in esame tutti gli studi pubblicati su riviste scientifiche di valore, condotti tra il 2020 e il 2021 (inclusi due lavori dello stesso Istituto Mario Negri), su un totale di cinquemila pazienti, tra gruppi di studio e di controllo.

Test rapidi per il Covid-19 (Ansa)
Test rapidi per il Covid-19 (Ansa)

In base alle ricerche, viene fuori che per forme lievi e moderate di Covid i risultati sono di grande interesse rispetto all'efficacia dei Fans: accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni scendono dell'80% (dato accorpato), le sole ospedalizzazioni dell'85-90%, il tempo di risoluzione dei sintomi si accorcia dell'80% e la necessità di supplementazione di ossigeno del 100%. Se i contagi dovessero tornare a salire - prevede lo studio - la terapia precoce con  antinfiammatori - è importante che sia gestita dai medici di famiglia, per i possibili effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci - potrebbe scongiurare la pressione eccessiva sugli ospedali (e i costi altissimi dei trattamenti, soprattutto in terapia intensiva).

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Aifa: salgono prescrizioni di Paxlovid e Lagevrio

Tra l'altro, nell'ultima settimana in Italia, sono salite le prescrizioni degli antivirali orali disponibili contro il virus per alcune categorie di persone a più alto rischio di forme gravi. In particolare Paxlovid.

Secondo il 17esimo rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa sull'impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, le richieste di farmaco per molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) sono cresciute del 5,88% e quelle per Paxlovid* (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer sono sale del 12,18%. Complessivamente, salgono a poco più di 100mila (100.071) i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid.