Così saranno fermate le varianti Rezza: "Ipotesi terza dose dal 2022"

Il ministero della Salute corre ai ripari. Flessibilità per i sieri agli under 60

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Per contrastare le varianti del Covid-19 il sistema sanitario corre ai ripari per non farsi trovare impreparato. "Nel 2022 una delle possibilità è di avere una terza dose contro le varianti per i vaccini attualmente a due somministrazioni", è l’annuncio formulato dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza (in foto). L’occasione è stata la conferenza stampa sull’analisi del monitoraggio settimanale della Cabina di regia.

Nel frattempo, con le prime riaperture in vista la campagna vaccinale in Italia entra in una fase cruciale e delicata. "Sta andando bene – dice il premier Mario Draghi –, con tante sorprese positive e qualcuna negativa, e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni". In autunno per Palazzo Chigi la vaccinazione sarà molto diffusa. L’80% della popolazione, per la precisione, è l’obiettivo del governo. Con i contagi ancora alti e gli ospedali abbastanza pieni, non il quadro ideale per le somministrazioni di massa, lo sforzo inizia a dare i suoi frutti e ieri due soglie psicologiche sono state raggiunte: 10 milioni di italiani hanno ricevuto almeno una dose – un sesto del totale –, 4,2 milioni di loro anche il richiamo. Tra gli over 70 (over 80 compresi) la percentuale che ha avuto almeno la prima iniezione ha raggiunto il 50%.

Una volta coperti anche gli over 60, la seconda fase per i più giovani si prospetta flessibile, con le Regioni che potranno decidere a chi dare la priorità, a meno che il governo non imponga il criterio delle fasce d’età. Nel Lazio, tra le più virtuose nell’immunizzazione, si aprirà AstraZeneca agli under 60 che lo vorranno, su base volontaria.