Giovedì 18 Aprile 2024

Così l’Oscar ingabbia l’arte del cinema

Le regole della stupidità

Chi vincerà l’Oscar 2020 per la stupidità? L’Ampas, ovvero l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences di Hollywood. Che è composta da 6.000 rappresentanti dei 17 settori del cinema Usa. E che ogni anno, al Dolby Theatre, assegna le statuette in bronzo dorato. Ossessionata, infatti, dal politically correct, nobile movimento d’opinione nato per tutelare le minoranze e divenuto monstrum ideologico, l’Ampas ha partorito un regolamento per gli Oscar 2024 leggendo il quale non sai se ridere o piangere.

Anzitutto, uno dei protagonisti o dei co-protagonisti del film deve appartenere a una di queste minoranze razziali: "Asiatico, ispanicolatino, neroafroamericano, indigenonativonativo dell’Alaska, mediorientalenordafricano, nativo delle Hawaii o di altre isole del Pacifico, altro". Altrimenti? Altrimenti il film deve avere nel cast o nel team di produzione almeno il 30% di persone provenienti da categorie sottorappresentate: "Donne, Lgbtq (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer; quest’ultima parola indica chi non vuole dichiarare l’identità sessuale), etnie minoritarie negli Stati Uniti, disabili".

Mica è finita: "Almeno due delle seguenti posizioni devono essere affidate a persone provenienti da gruppi sottorappresentati: direttore del casting, direttore della fotografia, compositore, designer dei costumi, regista, tecnico del montaggio, parrucchiere, truccatore, producer, designer della produzione, set decorator, tecnico del suono, supervisore agli effetti visivi, autore". Basta? Macché: "L’azienda che si occupa del finanziamento o della produzione deve avere più posizioni dirigenziali interne coperte da persone provenienti dai gruppi sottorappresentati e prevedere stage e apprendistati pagati per i gruppi sottorappresentati". Con queste regole Via col vento (8) e Ombre rosse (2) non avrebbero mai vinto 10 Oscar. Con queste regole muore la libertà d’artista. Amen.