Addio a Costanzo, icona del giornalismo. Sul suo palco è passata la storia dell’Italia

Dalla radio alla tv, fino alla consacrazione con il "Maurizio Costanzo Show". Almeno 30mila ospiti in 4.480 puntate. Scampò a un attentato della mafia. Aveva 84 anni. Lunedì a Roma i funerali solenni disposti dal governo

Noi lo conoscevamo bene. Radio, tv, cinema, musica, carta stampata: Maurizio Costanzo ha attraversato tutti i colori della creatività umana. Giornalismo, la prima passione: a Paese Sera nel 1956 a soli 18 anni, caporedattore a Grazia, direttore della Domenica del Corriere, inventore e direttore di L’occhio (in quegli anni lo scandalo della Loggia P2 lo lambì e causò le sue dimissioni). La radio, la sua seconda vita: primo programma, come autore, Canzoni e nuvole , condotto da Nunzio Filogamo, 1963. Come sceneggiatore: quattro film di Pupi Avati (tra cui La casa dalle finestre che ridono), ma soprattutto come co-sceneggiatore del capolavoro Una giornata particolare, di Ettore Scola. Musica: autore, con Ghigo de Chiara, di Se telefonando, era il 1966 e la canticchiamo ancora adesso.

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Maurizio Costanzo (ImagoE)
Maurizio Costanzo (ImagoE)

Ma è con la televisione che trova il mezzo a lui più consono: con Bontà loro porta in Italia il genere del talk show, la chiacchiera da salotto che mescola ospiti illustri, dive e divette, alto e basso, popolare e culturale – una miscela ad alta densità cristallizzata in quel semplice gesto, che riempie di meraviglia gli italiani, di chiudere una finestra. Una mistura che si perfeziona con il Maurizio Costanzo Show in onda ininterrottamente dal 1982 al 2009: è stato calcolato che sul palco del Teatro Parioli, per la passerella finale, siano passati almeno trentamila ospiti, 4480 puntate: volti noti e sconosciuti (poi diventati conosciuti), attori, soubrette, scrittori, intellettuali, registi, pazzi, visionari, macchiette e poeti. Citiamo qualche nome di quelli che dal Parioli sono riusciti a montare sulla mongolfiera della notorietà: Enrico Brignano, Gioele Dix, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, David Riondino, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Platinette, Giampiero Mughini. Spettacolo e cultura: due campi riuniti da Vittorio Sgarbi, un’altra delle clamorose scoperte di Maurizio Costanzo, che aveva fiuto per il talento, le personalità, e il coraggio di scommetterci sopra. Era il 1967 quando scoprì Paolo Villaggio, disegnando insieme con lui il personaggio di Fracchia e spingendolo a esibirsi nei cabaret romani.

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Molte le puntate clamorose del Costanzo Show: da quella, l’8 marzo 1990, con il magistrato antimafia Francesco Di Maggio, alla puntata del 26 settembre 1991 unificata con la Samarcanda di Michele Santoro sempre contro la mafia, tema che diventò un cavallo di battaglia di Costanzo, il punto più alto e nobile della sua carriera. Un impegno che gli costò quasi la morte quando, il 14 maggio del 1993, un’auto con 90 chili di tritolo esplose mentre l’auto con Maurizio Costanzo e Maria De Filippi stava passando. Il programma più longevo della tv italiana iniziò a soffrire un lento declino: quello che era stato l’appuntamento serale imperdibile per milioni di italiani subì la crescente concorrenza di Porta a porta, mentre il format talk show proliferava in mille rivoli banalizzando il genere.

L’ultima puntata andò in onda il 9 dicembre del 2009, e sembrò la fine di un’epoca (forse lo era, la trash tv ormai imperversava e lo stile colloquiale, sommesso, della trasmissione, non era forse più nello spirito dei tempi). Costanzo riparò in Rai, portando la sua dote di fine intervistatore con Bontà sua, Maurizio Costanzo Talk , S’è fatta notte con Enrico Vaime. Ma il marchio di fabbrica era rimasto custodito nella memoria degli italiani e, quando Rete4 viene reimpaginata, l’antico show fu richiamato al lavoro: nel 2015 riprese la sua corsa. Quarantun anni in tutto, un’altra, piccola e grande, storia d’Italia.