Cospito e anarchici: dall’attentato annunciato ai cortei. Le cellule convergono su Bologna

Telefonata di minacce al Carlino e vandalismi: sale l’allerta. Oggi nuova manifestazione, militanti da tutta Italia

Bologna, 3 febbraio 2023 - Minacce, telefonate anonime, lettere contro il Governo. La tensione sale a Bologna, da sempre epicentro delle contestazioni antagoniste. E il caso di Alfredo Cospito trascina sotto le Due Torri anarchici e sodali da tutt’Italia: una rete fluida e orizzontale, composta da volti noti provenienti da Trento, Milano, Torino, il Veneto. Oggi si attendono nuovi arrivi per una manifestazione contro il 41 bis: la città sarà blindata.

Intanto negli uffici della Questura di Bologna si susseguono videoconferenze con il ministero dell’Interno. Dopo la chiamata arrivata alla portineria della sede del Resto del Carlino martedì mattina, sono stati alzati, ancora di più, i livelli di allerta e sicurezza. "A Bologna ci sarà un grave attentato per i fatti relativi a Cospito", le parole dell’ignoto telefonista, un uomo, una voce giovane, con un lieve accento bolognese. La chiamata è arrivata alle 8,05 e si è conclusa alle 8,06. Neppure un minuto e quella sola, pesantissima frase. Che ha portato la Procura ad aprire un’inchiesta per minaccia aggravata, con le indagini affidate alla Digos del dirigente Antonio Marotta. L’obiettivo è individuare il luogo da cui è partita la chiamata. Se una cabina, una casa o un cellulare. E da lì rintracciare l’ignoto dietro la cornetta. Se un terrorista, attivo in quella campagna di solidarietà che sta incendiando, non solo metaforicamente, mezza Italia, contro il 41 bis in cui è detenuto, da ottobre scorso, il leader della Federazione Anarchica Informale Alfredo Cospito. O, si spera, un mitomane.

Il presidio del 28 gennaio a Torino
Il presidio del 28 gennaio a Torino

Questo, mentre a Bologna ogni giorno si susseguono manifestazioni, dai toni via via più aspri. Mercoledì sera, nel circolo anarchico il Tribolo, si è tenuta un’assemblea per decidere le prossime ‘azioni’. E ieri sera, in Bolognina, un’ottantina di anarchici e qualche antagonista è scesa in corteo, per Cospito e contro i maxi-controlli contro spaccio e degrado, voluti dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel quartiere.

Oggi, di nuovo, gli anarchici hanno chiamato alle armi: l’adunata sarà di fronte al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per convergere poi al Pratello, in pieno centro, sorvegliato speciale. Perché se a Bologna non si superano le quaranta anime, il problema sono i ‘compagni’ in arrivo da fuori. Tanti, che in occasione delle manifestazioni arrivano da Milano (dove vive la storica esponente Stefania Carolei), Trento, Torino, il Veneto. Il 19 gennaio, in corteo, erano oltre 150. E hanno vandalizzato due banche e distrutto un’auto di Eni. Atti vandalici, ma non solo. Basti bensare all’attentato fallito alla Marr di Anzola: se avessero fatto in tempo ad accendere le quattro molotov, sarebbe finita come a Imperia. Il flusso, di persone e azioni, è fluido e ‘orizzontale’, complesso da monitorare.

Nello stesso contesto di tensione, ma di tutt’altra matrice, si inserisce anche la lettera recapitata sempre alla redazione del Carlino mercoledì. Con minacce esplicite alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Difesa Guido Crosetto. Una missiva firmata "I sostenitori delusi": un testo al computer, con il font tipico dei vecchi dattiloscritti, infarcito di errori, in cui l’attacco è diretto alla politica del Governo nel contesto del conflitto in Ucraina. "Noi l’abbiamo votata con convinzione – si legge – ma non per quello che sta facendo per l’Ucraina: di conseguenza le concediamo quaranta giorni di tempo per rivedere questo atteggiamento servile verso questo Stato; questo vale anche per il Gigante della Difesa (che fa affari)". Poi, la minaccia: "In caso di persistenza saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti. Non deve avere paura per la sua incolumità, la metteremo solo in condizione di non fare altri danni. In ogni caso la nostra ‘tecnologia’ ci permetterà di superare qualsiasi ostacolo: saranno inutili super scorte". Ed è proprio quest’ultima frase che fa pensare che a scrivere la lettera sia stato qualcuno legato ai famigerati gruppi Telegram tanto attivi durante la pandemia, prima contro il Green Pass, poi nel contestare il ruolo della Nato nel conflitto in Ucraina. Gruppi animati da complottisti, in cui spesso si faceva richiamo a fantomatiche tecnologie da usare contro il nemico. Anche questa lettera, ieri, è stata consegnata alla Digos. Che dovrà analizzare il foglio, per cercare eventuali impronte.

Due messaggi diversi. Due facce di una stessa medaglia fatta di odio. Che ha spinto, da destra a sinistra, il mondo della politica a esprimersi con messaggi di solidarietà. Ieri il viceministro di FdI Galeazzo Bignami è venuto in visita in redazione, mentre il senatore Pier Ferdinando Casini ha detto di non meravigliarsi "che telefonate minatorie verso esponenti di governo e verso Bologna siano pervenute proprio al giornale della città, Il Resto del Carlino, presidio permanente di democrazia e libertà".