Così Putin ha ucciso destra e sinistra

Pierfrancesco

De Robertis

Il mondo è cambiato per sempre ma gran parte della politica non se ne è accorta, la Storia ha imboccato un nuovo tornante e la discussione cui tengono i protagonisti è la legge elettorale per salvare quanti più posti possibile. Ottimo.

La realtà è che l’invasione russa dell’Ucraina ha squadernato quello che restava delle categorie novecentesche con la quali definivamo il confronto politico e forse anche noi stessi – sinistra e destra, in primis – e proiettato il confronto su altri piani. L’azzardo di Putin insieme all’emergere della politica espansionistica cinese di cui finalmente cogliamo tutti gli aspetti ostili sono un potentissimo acceleratore che obbligano l’Unione europea, la Nato e in fondo tutto l’Occidente a farsi carico di nuove responsabilità future, oltre a far ben comprendere gli errori passati (citofonare cancel culture). Destra e sinistra non definiscono più alcun campo, mentre la divisione passa adesso tra europeisti e atlantisti da una parte e sovranisti e mondialisti dall’altra. Da una parte ci sono – con tutti i loro difetti – lo stato liberale, il rispetto per l’individuo, lo stato di diritto, la democrazia, dall’altra il diritto di conquista, l’autoritarismo interno, la mancanza di libertà di stampa, la forza come metodo di governo.

In Italia pochi hanno compreso questa nuova fase, e il retaggio di schemi ormai logori è duro a morire. L’ha capito bene Mattarella, l’ha capito Draghi, l’hanno capito alcune menti illuminate del parlamento che grazie alla loro esperienza esercitano un notevole soft power e pensiamo per esempio a personaggi come Casini, lo hanno capito per fortuna Enrico Letta e Giorgia Meloni che ha assunto una posizione fermamente atlantista abbandonando al proprio destino gente come Orban, una sorta di infiltrato putiniano nell’Ue. Politici che hanno avuto la capacità di alzare un po’ lo sguardo, vedere che cosa sta accadendo sopra le nostre teste e immaginare dove il Paese sta andando. Pare impossibile, ma capire il momento storico che si sta vivendo è più difficile di quanto si possa credere.