Mercoledì 24 Aprile 2024

Così è difficile che torni la fiducia

Il caso del vaccino Astrazeneca

Ammesso che non sia troppo tardi, forse è bene porsi qualche domanda. Perché in piena pandemia, quando c’è fame di dosi e di sicurezza, un vaccino non è un optional. Perché per i vaccini dovrebbe valere il vecchio concetto grillino che "uno vale uno". Come in effetti è certificato in coro per quelli in circolazione, senza stecche mediatiche, da tutti gli scienziati. Per AstraZeneca, però, non ha funzionato e non funziona così. L’azienda è partita male dal punto di vista commerciale, è finita nel mirino sul fronte scientifico, ha ballato al di sopra e al di sotto di una mezza dozzina di soglie d’età e di genere e ha continuato ad essere in ritardo nelle forniture.

Per Astrazeneca non ha funzionato e non funziona così, tanto che la Ue ha fatto causa e adesso annuncia che da giugno non rinnoverà il contratto. Questione legale, senza dubbio, ma che aggiunge un ulteriore anello alla catena di comprensibili sospetti e diffidenze. "Astrazeneca? No, grazie". Infatti, ne abbiamo due milioni di dosi nei frigoriferi. Molte per le seconde dosi. Tante, troppe, per le prime che un po’ di gente rifiuta o rifugge. Uno spreco di medicine e di vite che non possiamo permetterci. Quindi? Di sicuro non si potrà obbligare i dubbiosi, dopo che da mesi si sono alimentati i dubbi, rendendo incerti i confini contrattuali e sanitari, ma chiarissimo il fatto che "forse sarebbe meglio fare un altro vaccino". Nel frattempo, milioni di italiani hanno avuto dosi di AstraZeneca, e non si contano cataste di morti agli angoli delle strade. Niente.

Quindi? Prima di tutto bisogna garantire in sicurezza, anche psicologica, la seconda dose a chi ha fatto o sta facendo la prima. Poi bisognerà porre un rimedio a questo spreco di fiale "congelate". Facendo chiarezza. Ad esempio, spendendo un po’ di danari e di impegno in una campagna pubblicitaria che garantisca la qualità di AstraZeneca: rassicurazioni uniformi degli scienziati, vaccinazioni pubbliche di personalità del mondo politico, dello spettacolo, dei social. Anche i Fedez, tanto per capirci. Nella civiltà della comunicazione, la fiducia corre sui media. Oppure, tagliare, chiudere: è un ottimo farmaco, ma preferiamo altri fornitori. Stop. Di sicuro nemmeno una di quelle dosi dovrà andare sprecata. Le affidiamo al generale Figliuolo. Le muova come soldati su un campo di battaglia. Perché siamo in guerra, e vogliamo che le munizioni vadano al fronte. Non in frigorifero.