Cosenza, prof copre con scotch jeans strappati di studentessa. Polemica al liceo

L'abbigliamento è stato ritenuto indecoroso dalla docente. Il sociologo Marziale: "Gli studenti vanno educati, ma non certo umiliati o messi alla berlina"

Il Liceo Lucrezia Della Valle di Cosenza (foto Pagina Facebook IIS Lucrezia della Valle)

Il Liceo Lucrezia Della Valle di Cosenza (foto Pagina Facebook IIS Lucrezia della Valle)

Roma, 27 maggio 2022 - La vicepreside di una scuola di Cosenza copre con lo scotch gli strappi dei jeans di una studentessa e scoppia la polemica. Siamo al Liceo Lucrezia Della Valle. Un campo di abbigliamento così diffuso fra i giovani come i jeans strappati è stato ritenuto indecoroso dalla vicepreside del liceo cosentino cha ha deciso di prendere provvedimenti. E così gli strappi sono stati coperti con del nastro adesivo.

Alcuni giorni fa la vicenda è stata denunciata, con un post su Facebook, dal
 Fronte della gioventù comunista che stamane ha tenuto un flash mob davanti all'istituto scolastico. Pochi gli studenti presenti, perché, a detta dei manifestanti, una circolare della dirigente avrebbe minacciato provvedimenti contro chi si fosse assentato. Un gruppo di giovani, però, si è presentat o
all'appuntamento. Alcune ragazze hanno provocatoriamente indossato jeans con del nastro adesivo ed è stato esposto uno striscione: "Il vostro decoro è violenza e repressione, no alla scuola dei padroni".

Secondo le dirigenti dell'istituto, gli studenti avrebbero percepito l'iniziativa della docente come un gioco, ma non sono in molti a pensarla così. A bocciare sonoramente la scuola è Antonio Marziale, sociologo presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori. "A scuola - ha detto Marziale all'AGI - si deve andare vestiti con decoro e su questo non ci
 piove. Ma un jeans strappato lo vedi in vetrina anche in via Montenapoleone a Milano o in via dei Condotti a Roma, le vie della moda per eccellenza. Dunque - spiega - se una ragazzina li mette per andare a scuola è solo una ragazzina di tendenza".


Per il presidente dell'Osservatorio dei diritti dei minori, "senz'altro gli studenti vanno educati, ma non certo umiliati o messi alla berlina. Gli educatori devono saper distinguersi dagli educandi proprio perchè non possono sbagliare. Stiamo tornado all'età della pietra. Che una docente chieda ad una alunna di non metterli più è un conto, fornendo le dovute spiegazioni. Che,
invece, provveda a mettere scotch ai jeans, come accaduto a Cosenza, è un altro conto. Torneremo sempre punto e a capo se la selezione del personale docente rimane a 'un chilo e mezzo mille'".


Anche il Comune della città bruzia censura l'operato della scuola. Per Rosi Caligiuri e Maria Pia Funaro, rispettivamente segretaria del Pd cittadino e vicesindaca della città, che richiamano episodi simili avvenuti a Roma, il punto è': "Cosa s'intende per buon senso o decoro nell'abbigliamento e,
soprattutto, chi lo stabilisce? Per quale motivo - aggiungono - ragazzi e ragazze dovrebbero vestirsi a scuola in maniera diversa da come si vestono nella quotidianità?".