Cosa resta di Twitter Rivolta contro Musk Insulti e dimissioni, il social si sgretola

Chiusi gli uffici di San Francisco per far fronte all’emergenza. Scritte contro il patron. Intanto lui riammette gli esclusi (tranne Trump)

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di Giampaolo Pioli

L’uccellino blu continua a perdere i pezzi. Più della metà delle piume se ne sono andate in un colpo solo e questo potrebbe portare anche al collasso di Twitter appena comprato da Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo che ha licenziato meta dei suoi dipendenti con una breve email e minacciato di far fare all’altra metà la stessa fine, se non accetteranno di lavorare "incondizonatamente" si trova in queste ore di fronte ad un esodo di massa che potrebbe portare al tracollo di Twitter.

Diverse centinaia di tecnici e dipendenti di medio e alto livello si sono licenziati dopo l’ultimatum accettando i tre mesi di stipendio come buona uscita. La società, colta alla sprovvista nel quartier generale di San Francisco, ha annunciato ieri di chiudere immediatamente gli uffici e di sospendere i badge fino a lunedì per affrontare il caos.

Il governo tedesco fa sapere di considerare la situazione con grande attenzione, ma di non aver ancora deciso se lasciare o meno Twitter . La stessa valutazione e incredulità viene espressa anche da diversi altri governi europei. L’effetto domino per il seguitissimo social potrebbe essere solo all’inizio. Che Musk avesse un caratterino non è cosa misteriosa, ma che il miliardario di origini sudafricane avesse le forbici facili nel tagliare i dipendenti, rappresenta il suo nuovo volto di padrone post-moderno poco incline al dialogo e al confronto.

A Twitter intanto la protesta monta e iniziano slogan per ll suo boicottaggio dopo l’ultimatum. Negli hashtag da una costa all’altra degli Stati Uniti dominano “#RIPTwitter” o “TwitterDown” mentre altre piattaforme come Myspace e Mastodon stanno aumentando improvvisamente gli iscritti. Anche a SpaceX l’industria dei voli e dei razzi spaziali privati che vede pure la Nasa come cliente il clima nei confronti di Musk si sta facendo molto ostile e la minaccia di un’inchiesta del senato proprio sulle varie attività di Musk potrebbero danneggiare non poco i cinguettii dell’uccellino blu.

Non è un caso infatti se la clamorosa proposta di far pagare 8 dollari di abbonamento al mese per la spunta blu che garantisce l’autenticità del messaggio è stata improvvisamente congelata. Forse il draconiano Elon ossessionato dal taglio dei costi ha sottovalutato il fattore umano nei suoi ultimatum e oltretutto cade in un momento di tagli generalizzati e massicci da parte dei grandi colossi globali da Amazon a Google fino a Meta.

Ma uno dei segnali dei qual Musk si dovrebbe preoccupare è la richiesta di sette senatori democratici che manterranno il controllo della camera alta americana anche nella prossima legislatura i quali hanno chiesto con urgenza l’intervento della Federal Trade Commisson per verificare se Twitter dopo il passaggio a Musk non avesse violato le regole sulla privacy dei clienti da quando il duro Elon ne ha preso il controllo. Se infine si aggiunge che il tycoon de cinguettii è stato accusato di discriminazione contro i lavoratori portatori di handicap la strada per Twitter nelle sue mani potrebbe diventare molto in salita.

Nel frattempo Musk porta avanti una vecchia battaglia: ha ripristinato gli account dell’attrice Kathy Griffin, del terapeuta transfobico Jordan Peterson e del sito satirico Babylon Bee. Una decisione su Donald Trump invece "ancora non è stata presa".