Mercoledì 24 Aprile 2024

Ragazzi delusi, niente lavoro col diploma

Il sondaggio: uno su due insoddisfatto della scuola superiore. Il 70% va all'Università

Ragazzi all'esame di Maturità (Ansa)

Ragazzi all'esame di Maturità (Ansa)

Roma, 23 giugno 2019 - È con la notte dopo gli esami che i giovani maturandi iniziano a pianificare il proprio futuro, opzionare l’ingresso all’Università o cercare di entrare nel mercato del lavoro. Non è da sottovalutare anche quel fenomeno che sia in Italia che in tutto l’occidente è in vistosa crescita, i cosiddetti Neet, cioè coloro i quali non studiano e non cercano lavoro, e come si vedrà dai risultati del sondaggio, non è certo questo un comportamento marginale anche tra coloro i quali si diplomeranno nel prossimo mese.

L’istituto demoscopico Noto Sondaggi ha chiesto ai giovani che stanno sostenendo l’esame di maturità quali sono le loro previsioni future una volta terminati gli esami. La maggior parte (il 71%) ha già deciso di iscriversi all’Università. Questa percentuale così alta è riconducibile alla convinzione che il diploma non sia sufficiente a garantire prospettive lavorative, ma che sia ormai fondamentale possedere una laurea, seppure breve o ancora meglio magistrale. Il 73% di coloro che hanno deciso di proseguire gli studi, infatti, ritiene che con la titolo di dottore possa aumentare la possibilità di trovare lavoro rispetto a chi non frequenterà l’Università. C’è anche un’altra questione che riguarda la capacità della scuola a preparare i propri studenti al mondo del lavoro, un aspetto che in parte negli ultimi anni si è cercato di migliorare con misure quali l’Alternanza Scuola-Lavoro, anche se da perfezionare. La metà del campione ritiene che gli studi che ha frequentato non hanno fornito una formazione adeguata per entrare nel mercato del lavoro. Resta un 17% di studenti che ha già deciso di non proseguire il percorso universitario. Fra questi, quasi la metà è motivata dalla immediata ricerca di una occupazione, mentre un ulteriore 19% dichiara che non può permettersi i costi legati alle spese universitarie. Un dato che preoccupa è quello che riguarda i cosiddetti Neet (Not in Employment, Education or Training). Infatti ben il 14% dei maturandi che non si iscriveranno all’università afferma che non han intenzione né di cercare un impiego né un lavoro.

Invece, tra i percorsi universitari scelti salta all’occhio come Ingegneria e Medicina siano nettamente le facoltà più popolari, superando di gran lunga il numero di iscritti alle facoltà di Economia, Legge, materie umanistiche. L’attesa di diventare ingegnere o medico è riconducibile a più alti tassi di occupazione e retribuzione. La facoltà di Legge, storicamente considerata prestigiosa, viene scelta solo dall’8% dei neo-diplomati. Solo il 4% pensa di iscriversi a un’università all’estero, probabilmente per i costi elevati. Mentre il 63% dei maturandi ritiene che un’esperienza all’estero sia importante, solo il 31% pensa che avrà la possibilità di farlo, anche se solo teoricamente. La maggior parte ritiene che una conoscenza approfondita dell’inglese e dell’informatica siano importanti. I diplomati del 2019, affacciandosi a un mondo del lavoro instabile e senza garanzie, scelgono quelle facoltà che possano offrire una più alta probabilità di lavoro, non ‘fuggono’ in massa all’estero perché le famiglie non possono sostenere i costi di questa scelta, anche se vorrebbero farlo. Resta preoccupante il fenomeno dei Neet che anche in Italia sta assumendo le sembianze di un comportamento pericoloso con ricadute negative sia nella vita dei giovani che in ambito sociale. La notte dopo degli esami sta per arrivare.