Corteo e fiaccolata per Alice Neri "Diciamo basta alle violenze sulle donne"

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Uniti nel ricordo di Alice Neri, oltre 200 fiaccole rosse per mandare un messaggio chiaro: basta violenza. A un mese esatto dal ritrovamento del cadavere della mamma 32enne di Ravarino, carbonizzata nel bagagliaio della sua auto, famigliari, amici, sindaci e tanti cittadini hanno silenziosamente sfilato per il centro di Modena. "Per mia sorella, purtroppo, ormai non c’è più nulla da fare, l’hanno uccisa. Ma ci sono altre vite da salvaguardare, donne, mamme, figlie, sorelle da salvare, è un imperativo" dice il fratello della vittima. Matteo Marzoli è convinto che "Alice sarebbe contenta di vedere tutte queste persone unite per dire basta alle atrocità sulle donne. Anzi sarebbe stata in prima fila, perché lei era così e il tema le stava molto a cuore". L’iniziativa di ieri era organizzata dall’associazione ‘Casa delle Donne’ di Modena su richiesta della famiglia. Un momento collettivo per riflettere affinché "non accadano più tragedie", come si legge nel grande striscione che ha aperto il corteo, retto con un dolore dignitoso sia dal fratello di Alice che dal marito, Nicholas Negrini. E’ proprio alle donne che Matteo si rivolge: "Per salvaguardare tante vite – ha affermato – reputo sia necessario che il primo passo venga fatto proprio dalla comunità delle donne. In questo terribile mese e specie negli ultimi giorni – ha proseguito – ho sentito quanta crudeltà e brutte parole sono state espresse proprio dalle donne stesse. Ne abbiamo avuto l’esempio appena alcuni minuti fa, mentre camminavamo in silenzio: l’unica persona che ha espresso un commento, assolutamente fuori luogo, è stata una donna (che ha detto ‘Ma a cosa serve ora?’, ndr). Le donne devono unirsi e ribellarsi a questa ingiustizia: prendete in mano le redini della vostra vita, avete il diritto di potere uscire di casa, dal lavoro in tutta tranquillità. Dovete ribellarvi".

Commosso il marito di Alice: "Non ci aspettavamo così tante persone, è davvero un onore per la memoria di mia moglie. Chi ha fatto questa atrocità deve pagare. Non conoscevo Mohamed e neanche Alice lo conosceva; reputo ci siano stati un rifiuto e un’aggressione poi degenerata, ma non ho elementi, lascio fare agli inquirenti il loro lavoro. Quel giorno è stato terribile – ha proseguito Nicholas – come tutti gli altri. E c’è una bambina di quattro anni da tutelare". Mamma Patrizia, sorretta dalle amiche della figlia, ringrazia i presenti, "ma nessuno può consolarmi per avere perso mia figlia. Io sono perennemente accanto ad Alice, lasciatemi stare vicina a lei", ha concluso accarezzando la sua foto.

Maria Silvia Cabri