Giovedì 18 Aprile 2024

Corsa al Colle, Letta gela Berlusconi. "Si fa prendere in giro dagli alleati"

Il Cavaliere però tira diritto, insieme a Salvini domani vede i ministri del centrodestra a Villa Grande

Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, 55 anni

Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, 55 anni

Roma, 27 ottobre 2021 - Attento Silvio. "Berlusconi ha deciso di farsi prendere in giro da Salvini e Meloni che gli hanno promesso i voti per l’elezione al Quirinale". Parola di Enrico Letta. Che nella direzione del Pd commenta la voglia del Cavaliere di candidarsi alle presidenziali: "Hanno deciso di chiudersi in questa grande finzione tra di loro che bloccherà tutto nelle prossime settimane. Compresa la legge elettorale". Il leader democratico non può fare a meno di notare che l’ex premier forzista andrà a sbattere contro un muro – ragionamento condiviso da Calenda – né di notare che per effetto di questa scelta a suo avviso insensata tutti i giochi verranno bloccati finché il capo forzista non avrà calato le sue carte e verificato le sue possibilità.

A grattar sotto la superficie, l’ affondo che indigna la destra ("rispettate Berlusconi", urla per tutti Gianfranco Rotondi) nasce per diversi motivi. Intanto, la necessità di spiegare ai democratici le ragioni della moratoria imposta al partito: "Si parla di successione a Mattarella e modifica del Rosatellum dopo dopo la legge di bilancio, ovvero a gennaio". Moratoria mal tollerata dai parlamentari Pd, molti dei quali sono fan del ritorno al proporzionale che a Letta proprio non va giù. Di qui il sospetto che si metta di traverso apposta. "Le regole del gioco ha senso cambiarle se c’è un’intesa con l’altra parte. Finché non verranno chiarite le scelte sul Colle, la possibilità di parlarne è pari a zero". Convinto di aver "comunque" buone possibilità di vittoria alle prossime politiche, tanto che la Meloni lo sfida: "Andiamo alle urne dopo l’elezione del capo dello Stato".

Non sfugge neanche a lei l’altro obiettivo di Letta: dividere il centrodestra, agganciando la parte liberale per poter pesare nella partita quirinalizia. Tra liti e scissioni, il Pd in Parlamento conta il 12%: deve trovare alleati per poter dire la sua. Di qui, il tentativo di corteggiare Forza Italia, o almeno la frangia "governista", che prova disagio a stare con i sovranisti. "A destra stanno facendo un gioco delle parti di cui Berlusconi è consapevole quanto Salvini e Meloni", ammettono infatti nel giro lettiano. Una mossa che arriva dopo il dialogo aperto con Conte e i grillini, che mettono uno "stop" assoluto solo su Berlusconi ("fuori dalla realtà l’ipotesi di mandare al Quirinale chi ha una condanna per frode fiscale", scrive Sibilia) mentre Di Maio sul bis di Mattarella annuncia: "Non vorrei un presidente con un mandato limitato". E poi chiosa: "Stiamo bruciando i nomi migliori. Abbiamo bisogno di una guida solida, non di una crisi politica".

Il Cavaliere però non intende dare retta "all’amichevole" consiglio che gli arriva dal leader democratico. "Ne parleremo domani a Villa Grande, nel pranzo che Salvini ed io faremo con i ministri del centrodestra. E’ necessario anche per stabilire un coordinamento con la Lega per quanto riguarda l’attività del governo". Magari accompagnato da un nuovo confronto tra i tre leader della destra. Sa bene, l’ex premier, d’aver poche chances, però mira comunque ad imporsi come determinante nella scelta: un obiettivo a portata di mano. I voti forzisti possono davvero fare la differenza. E d’altra parte, nella politica italiana tutto è possibile: "Credo che Berlusconi sarebbe un eccellente capo dello Stato", sottolinea Antonio Tajani, il suo numero due. Ecco perché con un occhio il Cavaliere guarda davvero al pallottoliere. Secondo i conti più aggiornati, gli mancano 54 voti non irrecuperabili, soprattutto per un uomo pieno di risorse come lui. Sempre che tutto il centrodestra lo voti davvero. E che i ribelli di Forza Italia lo votino davvero. Anche quei ministri che ieri non si sono presentati alla riunione via zoom organizzata dall’ex premier con vertici e squadra di governo per parlare di manovra. ovvero Carfagna e Brunetta: "Entrambi assenti giustificati", assicurano ad Arcore.