Coronavirus, le previsioni infondate. Anche i virologi nel loro piccolo sbagliano

In tanti avevano sottostimato la pericolosità del virus, poi hanno cambiato idea

Coronavirus, una statua con la mascherina (Ansa)

Coronavirus, una statua con la mascherina (Ansa)

Roma, 4 maggio 2020 - Pubblichiamo qui alcune delle affermazioni che i virologi – le persone più ascoltate e più influenti del momento – avevano fatto poco prima che in Italia si abbattesse il ciclone del Coronavirus. Più che affermazioni erano rassicurazioni: tranquilli, è una sciocchezza, l’influenza è peggio. Ora, è vero che tutto va contestualizzato e datato (Burioni, ad esempio, si seppe correggere in tempo e lanciò l’allarme prima di altri). Però colpisce sentire che "questo virus è molto meno aggressivo di tante infezioni che conosciamo" quando in Cina lo stesso virus si era già manifestato.Non vogliamo assolutamente accusare chi ha sbagliato previsioni, né tantomeno esporlo al ridicolo. Non c’è nessuna intenzione di puntare l’indice perché di sciocchezze e di previsioni sbagliate sono pieni anche i nostri armadi. Il punto è un altro.

È che tutti costoro dovrebbero oggi sentire due doveri. Il primo è quello di riconoscere di avere sbagliato e magari di chiedere scusa. Il secondo è quello di smetterla di pretendere di parlare in nome di una infallibile Scienza con la maiuscola.

La scienza è materia umana e come tale fallibile, anzi sempre e sicuramente riformabile proprio perché tutto va contestualizzato. Si procede per esperimenti esaminando la realtà, e alla realtà ci si deve infine sottomettere, sapendo che c’è sempre qualcosa che sfugge. In questi giorni, sempre in nome della Scienza, si infittiscono messaggi che prevedono 151.000 ricoverati in terapia intensiva, 800.000 morti in Italia, ondate fino alla fine del 2021. Un esponente dell’Oms (l’organizzazione che ha sbagliato tutte le previsioni) ha appena detto che questo virus è un mostro e non sappiamo ancora il male che potrà fare. Noi abbiamo sincera stima di tutti questi uomini di scienza, li ringraziamo per averci concesso tante interviste e continueremo a chiedere loro di aiutarci a capire. Ma ci permettiamo di suggerire un po’ più di umiltà.