Città del Vaticano, 25 marzo 2020 - Nuovo caso di Coronavirus in Vaticano. Un monsignore italiano in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana è stato trovato oggi positivo al Coronavirus e portato in ospedale. Il prelato vive da tempo a Casa Santa Marta, la stessa residenza vaticana dove abita papa Francesco: per l'edificio e i suoi abitanti sono state adottate le misure di prevenzione previste dai protocolli.
Si tratterebbe del quinto contagiato dal Covid-19 in Vaticano. Nessuna conferma ufficiale è venuta dal Vaticano. Salgono quindi a cinque i casi di positività Oltretevere. Proprio martedì il Vaticano aveva ufficializzato la situazione: "Allo stato attuale sono quattro i casi di positività al Coronavirus riscontrati: oltre al primo di cui si è data precedentemente notizia, si tratta di un dipendente dell'Ufficio Merci e di due dipendenti dei Musei Vaticani - aveva detto ieri il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni - Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni; attualmente sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione".
Coronavirus, la preghiera del Papa
Anche oggi Francesco è tornato sul tema della pandemia da Covid-19: in tempo di pandemia va rilanciato il "Vangelo della vita", poiché per la Chiesa la difesa della vita "non è un'ideologia", bensì "una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani". Nell'udienza generale trasmessa in diretta video dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, il Papa ha ricordato che esattamente 25 anni fa "San Giovanni Paolo II promulgava l'Enciclica 'Evangelium vitae', sul valore e l'inviolabilità della vita umana", e "oggi, ci troviamo a rilanciare questo insegnamento nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l'economia mondiale". A mezzogiorno, poi, sempre in video dalla Sala della Biblioteca, il Pontefice prega il Padre Nostro in contemporanea, su suo invito, con i leader e i fedeli di tutte le Chiese e le Comunità cristiane. "Come figli fiduciosi ci rivolgiamo al Padre - afferma introducendo 'la preghiera che Gesù ci ha insegnato' - Lo facciamo tutti i giorni, più volte al giorno; ma in questo momento vogliamo implorare misericordia per l'umanità duramente provata dalla pandemia di Coronavirus. E lo facciamo insieme, cristiani di ogni Chiesa e Comunità, di ogni tradizione, di ogni età, lingua e nazione".