Giovedì 25 Aprile 2024

Coronavirus, anche i tribunali si fermano

Per due settimane "sospensione feriale". Poi fino al 31 maggio possibilità di sospendere le attività (le udienze per i casi non gravi e urgenti)

Coronavirus, anche i tribunali si fermano (Dire)

Coronavirus, anche i tribunali si fermano (Dire)

Roma, 7 marzo 2020 . Stretta anche sullì'attività dei tribunali: la giustizia si adegua all'emergenza coronavirus e può fermarsi fino al 31 maggio. Nel decreto approvato dal consiglio dei ministri in nottata ci sono anche disposizioni per l'attività giudiziaria. A partire dalla cosiddetta sospensione feriale fino al 23 marzo. "Per due settimane si dà a tutti i vertici degli uffici giudiziari la possibilità di poter organizzare l'attività in un modo che sia finalizzato prima di tutto a tutelare la salute di addetti ai lavori e utenti», spiega il ministro della Gikustizia Alfonso Bonafede che aggiunge: «In queste due settimane fino al 23 marzo gli uffici giudiziari funzioneranno come nel mese di agosto. Queste due settimane serviranno ai responsabili degli uffici giudiziari per predisporre le regole». In pratica si svolgeranno i processi per direttissima e poco altro.

In concreto il decreto prevede una stretta all'attività giudiziaria fino al 31 maggio. I capi degli uffici giudiziari o, in alternativa, i presidenti titolari di sezione del Consiglio di Stato, il presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana e i presidenti dei tribunali amministrativi regionali e delle relative sezioni staccate, sentiti l'autorità sanitaria regionale e il Consiglio dell'Ordine degli avvocati, adottano le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie a consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie al fine di evitare assembramenti all'interno dell'ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone. Che vuol dire che i capi degli uffici giudiziari hanno la facoltà fino al 31 maggio di sospendere le attività (pertanto le udienze per i casi non gravi). Sospensione che avviene in caso "di emergenze epidemiologiche certificate".

Il ministro Bonafede in conferenza stampa ha spegato che il decreto "consentirà il rinvio delle udienze non urgenti". E dal 23 marzo sarà possibile anche l'utilizzo della videoconferenza per le udienze. Bonafede ha voluto ringraziare tutti gli addetti ai lavori per il lavoro di questi giorni. Tra i processi rinviati anche il "Ruby ter" a Milano. Il provvedimento accoglie l'allarme lanciato da avvocarti, magistrati e operatori della giustizia.