Coronavirus e spostamenti, l'ultimo tabù: abbattere i confini regionali

Vietati fino al 25 maggio. Dopo deciderà l’indice di contagio, ma non è stata fissata una soglia. Timori per il ponte del 2 giugno

Viaggi al tempo del Covid

Viaggi al tempo del Covid

Roma, 12 maggio 2020 - L’Italia riapre (quasi) tutta lunedì prossimo, 18 maggio, ma chi sogna di potersi spostare alla seconda casa fuori regione o di andare a trovare i parenti lontani dovrà ancora attendere. Quanto? La data a cui si guarda tra governo e Regioni, che hanno rivendicato autonomia nella gestione della Fase 2, è quella del 25 maggio ma tutto dipenderà dal fattore R0, il numero di riproduzione di base ovvero il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto. Insomma, l’indice del contagio. 

Questo parametro, infatti, sarà nella settimana tra il 18 e il 25 maggio, l’osservato speciale da parte di governo, autorità sanitarie e governatori, per capire – guardando il report settimanale sull’indice di contagio, regione per regione, fornito dal Ministero della Salute - se si potranno consentire gli spostamenti tra regioni a basso indice di contagio o no.

Le regioni con l’R0 troppo alto dovranno restare chiuse: da lì non si potrà uscire e non si potrà entrare se non, come ha già stabilito il Dpcm del 26 aprile scorso, per "comprovate esigenze lavorative o assoluta urgenza o motivi di salute". Che non sono, appunto, andare a trovare i parenti o a rinfrescare la casa al mare.

Ma quanto è il range di contagiosità ritenuto sufficiente per consentire lo spostamento tra regioni? Su questo si sta ancora ragionando ed è chiaro che a valutazioni scientifiche si intrecciano riflessioni di tipo politico ed economico. Sul fronte della scienza per l’Istituto superiore di sanità se il valore di R0 è inferiore a 1 significa che l’epidemia può essere contenuta. Ma, beninteso, c’è. Tanto per avere un’idea, sempre secondo dati dell’Iss, nella prima fase di diffusione del Covid-19, nelle aree più colpite si sono registrate stime di R0 tra 1,4 e 3,8. Nell’ultima settimana, invece, l’indice di contagio in Italia non ha mai superato lo 0,7 assestandosi tra lo 0,5 e lo 0,7.

In netto miglioramento anche le zone più colpite dall’epidemia con la Lombardia che si è fermata a 0,57, superata dalla Basilicata (0,88), dalla Calabria (0,8), dall’Abruzzo (0,75), dalla Campania (0,6). Cosa significano questi dati? Che dalla Lombardia ci si può spostare ed entrare e dalla Basilicata no? È chiaro, si spiega in ambienti del governo, che una rondine non fa primavera e che la decisione di riaprire la libera circolazione tra regioni dovrà essere assunta con attenzione.

Soprattutto per le regioni che sono state epicentro dell’epidemia o teatro della sua massima diffusione, la Lombardia e il Piemonte. In questa decisione i presidenti di Regione avranno un ruolo fondamentale. Del resto alcuni governatori del Sud, da Vincenzo De Luca in Campania a Jole Santelli in Calabria ("apro i bar e chiudo i confini", aveva detto la governatrice) hanno già alzato la voce contro fughe in avanti nella fase 2 di regioni del Nord martoriate dall’epidemia. Pronti a chiudere i confini con ordinanze ad hoc per arginare l’onda di gente in arrivo dal Nord. Peraltro solo a partire dal 4 maggio è stato possibile fare rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza, provenendo da un’altra Regione.

Il range di contagiosità tra lo 0,5 e lo 0,7 è stato evidentemente considerato sufficiente per riavviare quasi tutte le attività: dal 18 maggio bar, ristoranti, negozi al dettaglio, parrucchieri e centri estetici rialzeranno la saracinesca. Ma quel range basta per consentire gli spostamenti tra regioni? Verrà tenuto conto anche del calendario: il 25 maggio è a un passo dal ponte del 2 giugno. Che può significare esodo di massa verso le seconde case.

Ma ecco la situazione dall'ultimo bollettino dell'11 maggio:

1 - In Lombardia calano i ricoveri gravi

Gli attualmente positivi sono 30.411 (+221). Calano ancora i ricoveri in terapia intensiva: sono 341 (-7). Tasso R0: in Lombardia si è fermato  a 0,57, superata dalla Basilicata (0,88), dalla Calabria (0,8), dall’Abruzzo (0,75), dalla Campania (0,6)

2 - Il Piemonte sorride. Positivi in calo

In Piemonte il dato relativo al tasso dei contagi presenta un saldo che lascia ben sperare alla voce attualmente positivi: -312 per un totale di 13.338 casi. Anche l’indice di contagio del Covid-19, il famoso ‘R con 0’ lascia ben sperare, attestandosi a 0,53.

3 - In Toscana città a contagio zero

Le persone attualmente positive in Toscana sono in totale 4.073, con una decrescita di 74 pazienti rispetto al giorno precedente (R0 pari a 0,60). Ieri si sono invece registrati solo 13 casi. Addirittura zero malati a Livorno, Pistoia, Grosseto e Siena, 1 a Pisa e Prato

4 - In Emilia-Romagna i rischi sono bassi

In Emilia-Romagna l’indice di contagio ‘R con 0’ segna 0,53 (un malato ne contagia meno di uno). Gli attualmente positivi sono 7040 (-151). Gli aumenti giornalieri (80), fanno dire al ministero della Sanità: "Il rischio di un rialzo del contagio qui è basso"

5 - Marche virtuose, numeri confortanti

Nelle Marche il tasso di contagio è vicino allo 0: a oggi la regione è tra le più virtuose, con un tasso di contagio di 0,29. Servono più di tre malati, insomma, per contagiarne un quarto. Solo 10 casi ieri, quasi tutti (8) registrati a Pesaro e Urbino.