Coronavirus e scuola, Vecchioni: "Giusto, si recupera a settembre. Maturità sia regolare"

Il cantautore (e prof di greco, latino, italiano e storia al liceo) crede nel recupero dell'anno ma per l'esame di Stato è più severo

Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni

Milano, 2 aprile 2020 - I ’filarini’ scomparsi ma tutti promossi (si recupera l’anno prossimo), più tempo per confrontarsi e una grande scoperta: la competenza. Roberto Vecchioni, cantautore e prof, racconta la scuola nell’emergenza.

Come sta la scuola? «E’ il campo che si è organizzato meglio in questo disastro, ha la possibilità di dettare i tempi: i ragazzi possono perdere quattro mesi, ma a quell’età recuperano subito, anzi c’è più tempo, per spiegare, per parlare. Non è malvagia questa cosa per la scuola. Poi, certo, alcuni hanno i mezzi tecnologici e altri no ma nell’intelligenza della scuola se ne terrà conto». 

Quest’anno tutti promossi? «Credo che i ragazzi debbano essere portati tutti al prossimo anno scolastico, i mesi iniziali saranno riassuntivi e poi si andrà tranquillamente avanti. Gli insegnanti potranno pensare a un piccolo esame a Natale per vedere a che punto sono. Il ‘tutti promossi’ non è un atto da pensiero debole o una frase da sinistra datata è per dire diamo ai ragazzi l’occasione di recuperare questi mesi l’anno venturo. Per la maturità però no, se uno non è maturo lo si capisce: saranno messi a loro agio e avranno più libertà di parlare degli argomenti che vogliono, ma se non sanno nemmeno quelli qualcuno potrà anche essere respinto. Si potrà fare l’esame in videoconferenza o in streaming. Certo, ci sarà chi avrà i libri davanti o qualche suggeritore, ma un prof lo capisce benissimo se un suo alunno viene imbeccato o se sa del suo».

Cosa consiglia agli studenti, come passare questo tempo? «Hanno tanti e tali possibilità, credo che, forse non tutti, ma molti riusciranno a usarlo bene. Leggere? Sul leggere non sarei così ottimista per chi non è abituato però se non sprecano tutto il tempo a fare i giochini possono riscoprire uno spazio per parlare, per discutere con le video chiamate, per ascoltare buona musica, per studiare, riguardare collezioni di oggetti e catalogarle. Ho molta fiducia nei ragazzi e penso che abbiamo molta coscienza di sé e di quello che hanno davanti. Il dramma di questo periodo per loro è un altro».

Quale? «L’amore. Nessuno lo sta prendendo in considerazione ma per un ragazzo non poter baciare la sua ragazza è una cosa tremenda, i filarini degli adolescenti a volte sono amori. Adesso sono interrotti, di certo rifletteranno su quello che provano. Se tieni a una persona non sono tre mesi che ti divideranno da lei».

Usciremo migliori? «All’inizio saremo di una fratellanza incredibile, poi, tra un anno, tornerà tutto come prima. Va così: dopo i periodi orribili c’è grande fratellanza e poi le differenziazioni sociali e di potere tornano insieme alle competizioni industriali e personali. Il conflitto ce l’abbiamo dentro».