Venerdì 19 Aprile 2024

Coronavirus, scuole chiuse: il ritorno in classe è un rebus

La riapertura degli istituti rischia di slittare ad aprile. Da Roma solo una circolare organizzativa: presidi, segretari e bidelli siano presenti

Emergenza coronavirus nelle scuole (foto repertorio)

Emergenza coronavirus nelle scuole (foto repertorio)

Roma, 7 marzo 2020 - Lezioni a distanza. Funzionano e bene in alcune scuole, sono impossibili in altre. A tre giorni dalla decisione del governo di sospendere le lezioni in tutta Italia per cercare di contenere i contagi da Coronavirus, la cartina della didattica è a macchia di leopardo. Il Miur ha messo in campo una task force per sostenere le scuole, ma le situazioni sono molto differenziate, anche per la dotazione informatica, e ognuno, anche in virtù dell’autonomia dei singoli istituti, va per conto proprio. Il Ministero ha offerto, con le ultime circolari, una cornice ma, come spiegano fonti della maggioranza, tutto è ancora in via di definizione.

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Compresa la possibilità di recuperare nel mese di giugno le lezioni perse per l’emergenza. Secondo un calcolo di Tuttoscuola, infatti, la chiusura delle scuole in tutto il Paese comporterà la perdita di oltre 23 milioni di ore di lezione e con la didattica a distanza se ne possono salvare solo 2 milioni. L’ultima circolare, arrivata ieri l’altro, stabilisce chi e come dovrà lavorare a scuola. Sono obbligati alla presenza nelle scuole i dirigenti scolastici, gli assistenti amministrativi e i collaboratori scolastici mentre i docenti non sono tenuti a prestare servizio ma devono essere reperibili ed erogare "possibilmente le modalità previste per la didattica a distanza". È l’avverbio "possibilmente" a dare conto di come la didattica a distanza sia per la maggior parte degli alunni più un obiettivo che una realtà. È soprattutto la scuola elementare a essere in difficoltà con il rischio che la didattica a distanza si trasformi semplicemente in più compiti, caricando ancora di più le famiglie già in sofferenza.

Ma, certo, se la chiusura delle scuole dovesse prorogarsi oltre il 15 marzo (già si parla dei primi di aprile) si dovranno trovare soluzioni più omogenee. Ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha bollato come fake news intollerabile il comunicato attribuito al Ministero dell’Interno in cui si dice "che è stata disposta la chiusura delle scuole fino al 5 aprile". La stessa Azzolina ha invitato gli studenti più grandi, con un video postato sui social, a "fidarsi" dei loro docenti, a "spronarli" e a "fare quello che vi chiederanno" insieme a "un buon uso degli strumenti digitali".

Sul tavolo ci sono molti nodi ancora da sciogliere tra cui la gestione degli esami di maturità. La viceministra all’Istruzione, Anna Ascani, ha ribadito che "i ragazzi non perderanno l’anno scolastico e chi è all’ultimo anno potrà prendere il diploma" ricordando che "in tutta Italia ci sono insegnanti che lavorano sulla piattaforma del Miur Social per le lezioni a distanza". Ieri la notizia che la Regione Lazio ha annunciato di voler stanziare 3,5 milioni di euro per progetti di classi virtuali. Ma le altre? Intanto al Ministero di viale Trastevere si stanno studiando modifiche all’esame di maturità, si sta pensando a una maturità ‘snella’ e le decisioni dovranno arrivare entro questo mese. Gli istituti che finora non hanno svolto le ore di Alternanza scuola lavoro è quasi certo che non dovranno più farla perché non c’è più tempo e il governo, con un decreto, dovrebbe toglierne l’obbligatorietà per l’ammissione all’esame di Stato. Lo stesso discorso potrebbe valere per le prove Invalsi che si devono svolgere entro il 31 marzo.