Martedì 23 Aprile 2024

Coronavirus Italia, task force al lavoro per la ripartenza

Gli esperti di Colao tengono un low profile per non suscitare polemiche politiche. Tra i punti l'App per gli spostamenti e gli orari di lavoro flessibili. Comitato tecnico di Torino: serve un miliardo di mascherine al mese

Coronavirus e fase 2, al lavoro con le mascherine (Ansa)

Coronavirus e fase 2, al lavoro con le mascherine (Ansa)

Roma, 14 aprile 2020 - Adesso che la curva dei contagi da Coronavirus in Italia comincia a scendere, è ora di pensare alla ripartenza, la tanto agognata fase 2. E proprio nel giorno in cui riaprono alcune attività - come le librerie e i negozi di vestiti per bambini - si è riunita per oltre quattro ore, in videoconferenza, la task-force voluta dal governo e guidata dall'ex Ad di Vodafone, Vittorio Colao. Il premier però questa volta non ha partecipato. Sotto la lente degli esperti ci sono stati vari aspetti, tra cui gli orari di lavoro flessibili, il ricorso massiccio allo smart-working e l'App per scoprire gli spostamenti.  Ci sarà forse anche la possibile riapertura prima del 3 maggio di alcune attività produttive (il settore dell'auto, della moda, della meccanica per esempio).

La task force consegnerà il 'piano per la ripartenza' direttamente al premier Conte entro il week end. "Sarà lui a decidere", spiega un componente della squadra che sta elaborando il dossier. La commissione per la 'fase due' dell'emergenza sanitaria però intende sottrarsi dalle polemiche politiche, evitare di finire nel tritacarne dei partiti. Ecco il motivo per cui si punta sul 'low profile'. 

Uno dei primi step su cui si sta muovendo la Task force è raccogliere tutti i dati attualmente disponibili, da quelli epidemiologici fino allo studio che sta conducendo l'Inail sui livelli di rischio delle varie attività lavorative. Secondo quanto si apprende gli esperti si sono dati un nuovo appuntamento per giovedì. Ai componenti della commissione è stato chiesto di lavorare nel massimo riserbo e nella riunione di questo pomeriggio, a quanto si apprende, a ciascuno è stato firmare un accordo di riservatezza

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Da Torino il piano per le imprese

Sempre oggi, un pool di 80 tecnici italiani coordinati dal Politecnico di Torino, si è riunito per mettere a punto il piano 'Imprese aperte', che verrà illustrato al governo. Tra le proposte: il supporto psicologico ai lavoratori, incentivi al trasporto privato ecocompatibile come bici e motorini elettrici. Inoltre per far riaprire le aziende si conta che serviranno 1 miliardo di mascherine al mese e 456 milioni di guanti,  2,1 milioni di termometri (i dati relativi al fabbisogno delle imprese piemontesi sono stati moltiplicati per 12). .

Il rapporto fornisce istruzioni su come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all'organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all'adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre. È consigliato l'uso di mezzi di trasporto singoli come biciclette e scooter elettrici, con aree di parcheggio dedicate e sistemi di trasporto aziendale a navette. Si suggerisce il supporto psicologico per il rientro al lavoro.  

Toscana, 400mila test sierologici

Il governatore toscano Enrico Rossi fa il punto della situazione: "Definito l'accordo quadro con i laboratori privati per" fare i test sierologici: 61 quelli "che hanno risposto all'avviso di Estar dando la propria disponibilità a effettuare test per conto della Regione a integrazione del lavoro già fatto dal Ssr". Il Ssr è già impegnato in 140.000 test riservati prioritariamente ai lavoratori della sanità e a ospiti e operatori delle Rsa. Ora con i privati si arriva a 400.000 comprendendo i lavoratori dei servizi essenziali rimasti aperti fin dall'11 marzo. 

I piani delle Regioni. Si punta ai test rapidi

Ma anche le Regioni pensano alla fine del lockdown, e si attrezzano ognuna i modo diverso. La Campania prepara un piano di controlli e di test di verifica del contagio, in vista del riavvio delle attività produttive, e ha già chiesto all'Iss un parere sull'affidabilità dei test sierologici. La Liguria annuncia l'istituzione di una task force regionale, un organismo che, spieg ail governatore Giovanni Toti, "ci aiuti ad applicare le norme nazionali al tessuto produttivo della Liguria, alle sue peculiarità e, dall'altra parte, a normare quanto ad oggi è rimasto scoperto". L'idea è di "fare test sierologici su fasce abbondanti della popolazione". Per il governatore del Veneto Luca Zaia, addirittura, la fase 2 è già iniziata. "A voi risulta che esista ancora il lockdown? Non esiste più perché sono stare autorizzate alcune imprese e altre si sono auto-autorizzare con il silenzio assenso. Dobbiamo guardare in faccia la realtà che dice che il lockdown non esiste più, quindi bisogna investire per rimettere in sicurezza i cittadini. L'azione del Veneto, ha spiegato Zaia, si è concentrata su "tre grandi linee: "la diagnosi con i tamponi", i "test rapidi con la goccia di sangue, sui quali ancora c'è un dibattito ma i nostri tecnici hanno steso un protocollo che usiamo come screening prima dei tamponi" e poi si lavora a un "protocollo per il sierologico ossia il prelievo del sangue che va a cercare la presenza di anticorpi neutralizzanti" e da ciò è nata l'idea della "patente di immunità".

Emilia Romagna, mascherine ai lavoratori

In attesa delle decisioni del governo, da domani la Regione Emilia-Romagna consegnerà alle associazioni di categoria, perché le distribuiscano alle imprese, un milione di mascherine per i lavoratori, a cui se ne aggiungerà un altro milione entro la prossima settimana. Lo ha annunciato il presidente Stefano Bonaccini al termine della riunione del tavolo per il patto per il lavoro. La Regione ha espresso anche la volontà di arrivare all'autosufficienza a breve nella disponibilità di dispositivi di protezione individuale.