Coronavirus, Crisanti: riaprire a Natale è inaccettabile

Il professore: "500 morti al giorno un sacrificio importantissimo". Pregliasco: "Siamo sul plateau, Natale sobrio". Allarme Confcommercio per i consumi

Natale ai tempi del Covid si avvicina (Ansa)

Natale ai tempi del Covid si avvicina (Ansa)

Roma, 17 novembre 2020 - L'attenzione di moltissimi in Italia è già proiettata al Natale: cosa potremo fare - in questo di tempo di pandemia da Coronavirus - durante le feste nell'Italia divisa nelle tre zone (gialla, arancione e rossa)? Una data chiave sarà il 3 dicembre quando - scaduto il Dpcm attuale - il premier Giuseppe Conte dovrebbe firmare un nuovo Dpcm proiettato appunto sulle festività natalizie e di fine anno.

Il bollettino Covid del 17 novembre

Intanto non passa giorno in cui non ci siano commenti e interventi: allentare le misure o tenere duro? Oggi è il turno Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia a Padova. Il suo pensiero, espresso ad Agorà su Rai 3, è netto: "Noi stiamo imponendo un sacrificio importante agli italiani, stiamo accettando anche un sacrificio sociale perché 500 morti al giorno sono un sacrificio sociale ed emotivo importantissimo. E poi che facciamo? Riapriamo tutto quanto a Natale per poi fare tutto il casino, scusi la parola, che abbiamo fatto in Sardegna quest'estate e ricominciare da capo? Questo moralmente è inaccettabile, lo dico sinceramente".

Zona arancione e rossa: la spesa fuori comune

Crisanti poi argomena il suo lapidario giudizio: "E' vero, ci sono sicuramente delle sofferenze di carattere economico, ma stiamo facendo pagare anche un prezzo sociale ed emotivo immenso a tantissime famiglie. Sono morte 9mila persone da quando è iniziata la seconda ondata, non ce lo dobbiamo dimenticare".

Autocertificazione: il Pdf

Pregliasco: "Siamo nel plateau"

La speranza è comunque che la curva dei contagi sia davvero in calo (qui il bollettino del 16 novembre). Cosa che, se si stabilizza, nelle prossime settimane, potrebbe davvero regalarci un Natale almeno più sereno (non certo un Natale pre-Covid). La situazione attuale è fotografata dal virologo Fabrizio Pregliasco che a Sky dice: "Non ci sarà un picco: grazie alle misure adottate e al lockdown progressivo nelle regioni rosse e arancioni ad oggi stiamo vedendo un incremento non più esponenziale ma lineare. E se le cose andranno avanti così, ci aspettiamo un calo per la prossima settimana. Più lavoriamo bene adesso - spiega - più saremo sereni a Natale". E sulle misure in concreto? "Ritengo comunque che l'obbligo dell'uso delle mascherine anche all'aperto vada mantenuto almeno fino a Natale: insieme a igiene e distanziamento è infatti un'arma importante per ostacolare la diffusione del virus". Pregilasco immagina un "Natale sobrio, magari meno impegnato dal punto di vista degli obblighi e delle disposizioni".

Confcommercio, allarme consumi

E' chiaro che un Natale in lockdown avrebbe ulteriori ripercussioni sui consumi già fortemente penalizzati in questi lunghi mesi. L'allarme-consumi arriva oggi da Confcommercio secondo la quale "sono scesi ad ottobre secondo 'indice congiunturale calcolato dall'associazione dell'8,1% rispetto allo stesso mese del 2019". Il rallentamento, ha interessato in misura più immediata e slignificativa la filiera del turismo, servizi ricreativi (-73,2%), alberghi (-60%), bar e ristoranti (-38%). Per il mese di novembre si stima una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo.

L'associazione dei commercianti stima "preliminarmente una decrescita congiunturale del Pil nel quarto trimestre superiore al 4%. Queste valutazioni non comporterebbero modifiche nella dinamica complessiva del Pil per il 2020 (tra il -9% e il -9,5%), grazie a un terzo trimestre decisamente più favorevole rispetto alle stime, ma implicherebbero un'entrata ben peggiore nel 2021, facendo svanire le più ottimistiche previsioni di rimbalzo statistico per l'anno prossimo.

Saturimetro: i valori normali e come funziona