Coronavirus, da Ryanair a Lufthansa: le compagnie estere cancellano i voli

Caos aeroporti, viaggiare è un rebus. I principali vettori hanno sospeso i collegamenti. Ecatombe a Milano e Venezia. I passeggeri non salgono più a bordo: disdette fino al 65 per cento. Ma c’è anche chi protesta

Le restrizioni sulle rotte italiane

Le restrizioni sulle rotte italiane

Roma, 3 marzo 2020 - La Quaresima dei cieli si abbatte sugli aeroporti italiani. Aerei spariti, piste meno frequentate, duty-free per soli intimi, riconsegna bagagli e check-in più veloci: è l’effetto del crollo di partenze e arrivi, tra scanner termici e spazi sterminati. Altro che il raccomandato metro di distanza interpersonale: a terra i coscritti del trolley godono la più ampia libertà di sorpasso, curva e testa coda. Fioccano cancellazioni, allerta, cambi di programma. I voli sono in calo costante. Un’ecatombe specie a Milano e Venezia. Ma con tagli che contagiano ormai ogni scalo, fino al Sud, con tanti saluti alla mappa epidemica. Il problema nel problema, comune a tante compagnie, è che il coronavirus fa più paura di cento turbolenze. Così i prenotati non salgono a bordo a costo di rimetterci (picchi del 65% tra lunedì e martedì scorso), e figurarsi se il biglietto è ’aperto’: disdice il volo fino al 90% dei passeggeri.

Su molte tratte le prenotazioni sono praticamente azzerate. Una tendenza che non riguarda solo l’Italia. La prova di una psicosi ormai virale. Da ieri anche Ryanair, per connaturato senso del business e tignoso stile della casa, completa la lista dei tagliatori di rotte. È in vista la riduzione dei voli operativi a corto raggio (principalmente da e verso l’Italia) fino al 25% per un periodo di tre settimane, da martedì 17 marzo a mercoledì 8 aprile. Il trend di ’revisione selettiva’ nelle aree più colpite dal Covid-19 è rivendicato in ottica di riduzione dei rischi. Solo le prenotazioni delle prossime due settimane saranno rispettate. Sui social gli utenti sono furiosi. Ryanair si difende coi numeri, si definisce solida e pronostica una stagione di fallimenti da Coronavirus per la concorrenza meno strutturata. "Questo è un momento in cui la calma deve prevalere – spiega il ceo Mike O’Leary –. Faremo tagli ragionevoli e modifiche ai voli. Tutti i clienti interessati saranno avvisati di eventuali cambiamenti con almeno 14 giorni di anticipo".

La grande fuga dal Belpaese infetto – stigmatizzato dai governi stranieri senza grandi distinzioni – compone un elenco lunghissimo. Delta e American Airlines sacrificano Milano addirittura sino a fine aprile. Turkish Airlines, una potenza nel Mediterraneo, spazza via l’intero Stivale. Ricalibrano i programmi British Airways, Iberia e Easyjet. Lufthansa, che in Italia ha il secondo mercato estero, annulla decine di voli con tutti i suoi marchi. Il brand principale adatta l’offerta "al cambio della domanda" su Milano, Venezia, Roma, Torino, Verona, Bologna, Ancona, Pisa. La controllata Swiss riduce le frequenze su Milano, Venezia, Firenze, Roma, mentre Austrian Airlines ridimensiona le tratte per Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. E la low cost Eurowing cala parzialmente la scure su Milano, Venezia, Bologna. Brussels Airlines taglia del 30% i voli per Milano, Venezia, Bologna, Roma fino al 14 marzo. Maramaldeggiano persino i vettori di Uzbekistan, Repubblica Dominicana (niente voli per Milano) e la low cost ungherese Wizz Air.

In tutto il mondo esplode il caso degli slot: le compagnie che tradiscono massicciamente le fasce orarie stabilite rischiano infatti di perdere i diritti su decolli e atterraggi. Un problema che nasce in Asia e tocca tutti: dall’Italia agli Stati Uniti, ai grandi hub europei. La Iata ipotizza deroghe o moratorie. Per non dare l’ultima mazzata al settore.