Coronavirus, turbativa d'asta su gara per fornitura di mascherine. Arrestato imprenditore

La Guardia di Finanza ha accertato una truffa da 15 milioni per 24 milioni di mascherine. Il Gip: "Azzardo sulla salute pubblica"

Truffa da 15 milioni: turbativa d'asta per lotto mascherine (Ansa)

Truffa da 15 milioni: turbativa d'asta per lotto mascherine (Ansa)

Roma, 9 aprile 2020 - In tempi di emergenza Coronavirus in Italia, succede che si scopre in tempi record una turbativa d'asta sulla prima gara bandita da Consip per l'acquisto e la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature sanitarie per un valore complessivo di 258 milioni. 

Al termine di un'indagine lampo la Guardia di Finanza ha arrestato un imprenditore per turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Il lotto su cui è stata accertata la turbativa è relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche per un importo complessivo di 15,8 milioni. L'imprenditore - Antonello Ieffi, 41 anni - è accusato dalla Procura di Roma dei reati di turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Ieffi è stato raggiunto da una ordinanza si custodia cautelare in carcere emessa dal gip della Capitale.

Il Gip: azzardo sulla salute pubblica

Durissimo il Gip di Roma nell'ordinanza: "Una puntata d'azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine, che bene rende la capacità a delinquere del soggetto", scrive. Secondo l'accusa "nonostante la palese incapacità operativa e finanziaria della società Biocrea, l'imprenditore Antonello Ieffi - si afferma in una nota della Gdf - ha partecipato all'appalto, accettando il rischio di non essere in grado di adempiere alla fornitura di milioni di mascherine nei tempi brevissimi dettati dallo stato emergenziale in atto, chiaramente indicati nel bando di gara".  Sebbene il tentativo non sia andato a buon fine, l'imprenditore "si è immediatamente riorganizzato per provare ad aggiudicarsi un altro appalto pubblico, questa volta relativo alla fornitura di guanti, occhiali protettivi, tute di protezione, camici e soluzioni igienizzanti, per un valore complessivo di oltre € 73 milioni di euro, utilizzando altro soggetto giuridico, essendo la Biocrea ormai "bruciata". La nuova società presentava, però, una inesistente capacità economica pressoché sovrapponibile all'altra compagine. In aggiunta, un socio e membro del consiglio di amministrazione risultava gravato da precedenti penali. Anche in questo caso, all'esito dei controlli, Consip ha rilevato l'incompatibilità con i requisiti di partecipazione richiesti ed escludeva l'operatore economico dalla procedura. Le investigazioni hanno consentito di accertare come l'imprenditore, nonostante tale provvedimento, si stesse adoperando per far figurare l'uscita dalla compagine sociale della persona gravata da precedenti in una data antecedente all'indizione della gara, sì da poter ricorrere alla giustizia amministrativa e rientrare in corsa per l'aggiudicazione dell'appalto. Sfruttando la possibilità di depositare presso la Camera di Commercio l'atto di passaggio delle quote entro 30 giorni dalla sottoscrizione, si stava organizzando per predisporre, ora per allora, una retrocessione della partecipazione, sostenendo che sarebbe avvenuta "senza passaggio di denaro, altrimenti avremmo l'obbligo di far vedere anche il transito di denaro", per tornare formalmente in bonis.