Sabato 20 Aprile 2024

Primo esodo estivo dopo il liberi tutti. Ma per metà degli italiani niente vacanze

Le auto di nuovo in coda nel weekend successivo all’ok del Governo agli spostamenti fra le diverse regioni. Sarà un’estate di viaggi brevi alla scoperta del Belpaese. Ieri gli arrivi anche dei primi turisti dalla Germania

Gente in spiaggia

Gente in spiaggia

Roma, 7 giugno 2020 - Sarà l’estate del nostro scontento: l’estate di coloro (principalmente precari che hanno perso il lavoro, cassintegrati, ma anche commercianti, artigiani e professionisti a corto di liquidità e di prospettive) che in vacanza non potranno andare. È vero, infatti, che è scattato ieri il primo vero weekend post lockdown e strade e autostrade verso il mare o verso le montagne hanno rivisto gli italiani in coda, oltre ai tedeschi al Brennero, per una giornata o due di gita fuori-porta. Ma, allungando lo sguardo all’intero periodo, tutti o quasi gli addetti ai lavori prevedono che la metà dei connazionali non riuscirà a fare le tradizionali ferie e, tra quelli che le faranno, la stragrande maggioranza non solo rimarrà in Italia, ma si dovrà accontentare solo di qualche fine settimana fuori città.

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Certo è, dunque, che gli effetti dell’emergenza Coronavirus gettano una lunga ombra sulle vacanze. Tutte le indagini di categorie e centri studi segnalano che la paura del virus, non passata del tutto, le limitazioni sanitarie per locali, spiagge e attività, ma, soprattutto, la gravissima crisi economica incideranno intensamente sulla possibilità di andare in ferie. Nell’ultimo report di Swg per Confturismo si legge che solo il 48 per cento (contro il 70 del 2019) degli italiani pensa di fare le valigie tra giugno e agosto. Anzi, il 20 per cento, uno su 5, non si muoverà per l’intero anno. I viaggi saranno brevi, anzi brevissimi, massimo tre giorni.

È solo di una settimana prima un’altra, analoga, ricerca Confcommercio-Censis. A regnare è l’incertezza: oltre la metà delle famiglie non ha infatti programmato nulla e circa il 30% rimarrà a casa non avendo la disponibilità economica Percentuale, quest’ultima, che sale al 57% per i livelli socio economici bassi. Solo il 9,4% si permetterà il ‘lusso’ di partire ma con una riduzione di budget e di durata. E solo il 7 per cento lo farà senza vincoli. Va nella stessa direzione, del resto, l’analisi del Codacons: tra giugno e settembre a concedersi una vacanza sarà solo il 51% dei cittadini, poco più di 30 milioni di italiani, con una riduzione di circa il -23% rispetto al 2019. E, d’altro canto, non è un caso che attualmente, come spiegano da Federalberghi, solo il 40 per cento degli alberghi è aperto, mentre circa il 27 ha deciso che rimarrà chiuso.

Ma chi sono coloro che dovranno rinunciare per la prima volta a uno dei riti italici più consolidati? Un analista del mercato del lavoro come Emmanuele Massagli, di Adapt, li mette in fila: "I tanti lavoratori che sono stati per mesi in cassa integrazione (circa 7 milioni), coloro che hanno perso il posto a causa della scadenza del proprio contratto a termine (oltre 270.000 solo ad aprile), i tanti che hanno visto diminuire l’orario di lavoro e, quindi, lo stipendio. I tanti lavoratori autonomi che hanno visto azzerato il reddito. È assai probabile che tutti questi si trovino costretti a rinunciare a periodi di villeggiatura, anche brevi. A poco serve, in questi casi, il ‘bonus vacanze’, cervellotico nel meccanismo di funzionamento".

Ma, oltre alla ragioni economiche, vi sono cause contrattuali. "La maggior parte delle aziende che ha fatto ricorso agli ammortizzatori – spiega Massagli – ha imposto il godimento delle ferie maturate. È possibile che la larga parte dei cassintegrati abbia a disposizione circa una decina di giornate di ferie (calcolando quelle maturate nel solo 2020)".