Mascherine chirurgiche a un euro. Fissato il prezzo massimo

La soglia in via di definizione, ma più fonti confermano che non si supererà questa cifra. Allo studio anche i tetti per le Ffp2 e Ffp3

Un'edicolante mostra una mascherina (Ansa)

Un'edicolante mostra una mascherina (Ansa)

Roma, 20 aprile 2020. Le mascherine chirurgiche non potranno costare più di un euro. Nei giorni scorsi il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus era stato chiaro: “Presto – aveva detto Domenico Arcuri - fisseremo un prezzo massimo. Le vergognose speculazioni a cui abbiamo assistito non devono più ripetersi”. Il tetto ufficiale è in via di elaborazione: ci sono molti fattori che gli esperti stanno vagliando. Oltre ai costi di produzione, infatti, vanno considerati anche i ricarichi che permettono agli intermediari e ai punti vendita finali di non andare in perdita.

Il bollettino della Protezione Civile del 20 aprile

È tutta una questione di numeri. Quando si arriverà al totale, potrebbe essere anche Palazzo Chigi a emettere un decreto. Un atto più stringente rispetto a un'ordinanza. In ogni caso, secondo indiscrezioni confermate da più fonti, per un singolo dispositivo base di protezione facciale nessuno potrà chiedere più di un euro. Per quanto riguarda le mascherine Ffp2 e Ffp3 non sono ancora stati stabiliti range minimi, ma gli esperti e i consulenti della Protezione civile sono al lavoro per arrivare alla definizione di un tetto.

Mascherine a prezzo bloccato. Ecco quanto costano ora in Italia

Per ora resta in vigore quanto già stabilito dall'ordinanza firmata dallo stesso Arcuri lo scorso 9 aprile, secondo cui nelle farmacie una singola mascherina non può essere venduta a un prezzo maggiore del totale della confezione diviso per il numero di pezzi. Per capirsi meglio, se in una scatola ci sono 5 mascherine e il costo totale è 10 euro, al cliente non potranno essere chiesti più di 2 euro. Quando verrà definito il prezzo massimo, ovviamente – se il tetto sarà quello di cui si parla – nessuno potrà esigere più di un euro. Ma come si è arrivati a definire questa cifra?

Le mascherine chirurgiche

Prima dell'emergenza sanitaria globale le mascherine chirurgiche a tre veli venivano vendute attorno ai 40 centesimi l'una. Perché ora, invece, il prezzo massimo si aggirerà attorno all'euro? Per capirlo bisogna risalire la catena di produzione, Quasi tutti i dispositivi di protezione facciale vengono ancora prodotti in Cina. Secondo gli importatori, i costi per le mascherine di uso civile si aggirano tra i 20 e i 30 centesimi. Chi si occupa di far arrivare questi prodotti in Italia, ovviamente, deve pur guadagnarci qualcosa e perciò applica un ricarico che può essere attorno al 10-15%. I grossisiti locali fanno lo stesso e applicano percentuali simili. I punti vendita finali – farmacie o supermercati, per intenderci – applicheranno un ulteriore aumento di prezzo, attorno al 20-25%. Ed è così che si arriva, se le percentuali di profitto restano ragionevoli, a un cartellino finale che è di circa un euro. Per questo i prezzi che si sono visti nelle settimane scorse, ben sopra i 6 euro in alcuni casi, sono irragionevoli e applicati solo per trarre il massimo profitto possibile in una situazione di emergenza.

Le mascherine Ffp2 e Ffp3

Proviamo ora a vedere quanto potrebbero costare i dispositivi che proteggono dalle infezioni (le mascherine chirurgiche, infatti, servono a tutelare gli altri da un potenziale contagio) e quanto potrebbe essere il prezzo massimo. Le Ffp2, prima del Covid-19, partivano da circa un euro. Oggi possiamo assumere che la 'base' sia raddoppiata. Se aggiungiamo ai due euro iniziali tutti i ricarichi, si arriva a un cartellino finale che si aggira sui 6 euro. Per le Ffp 3, partendo da 2,6 euro circa, si arriva a un prezzo finale che si aggira sui 9 euro. Questi calcoli, è bene specificarlo, sono necessariamente incompleti. Altri fattori, nel frattempo, come la carenza dei materiali, potrebbero essere intervenuti e potrebbero causare un aumento dei prezzi.

La speranza della Protezione civile

Molti impianti produttivi, nelle settimane scorse, si sono riconvertiti per produrre mascherine di tutti i tipi. L'obiettivo dell'Italia è quello di arrivare a una produzione in loco sufficiente a garantire il fabbisogno di mascherine, stimato, nel pieno della crisi in almeno 90 milioni di dispositivi al mese. Se non avessimo più bisogno di importare le mascherine, ovviamente i prezzi potrebbero calare ulteriormente.

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