Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, le mascherine? Trovarle è un'impresa

Il nostro Paese non produce mascherine ad alta copertura. Ci servono 90 milioni di pezzi al mese. Il commisario Arcuri sfodera ottimismo

La produzione di mascherine in Lamborghini

La produzione di mascherine in Lamborghini

Roma, 6 aprile 2020 - Mascherine per tutti? Forse. "Nel nostro Paese – ha assicurato ieri ieri il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli – si è avviata una fiorente attività di produzione di mascherine a uso della popolazione. Le produzioni che si sono avviate ne renderanno possibile la fornitura a tutta la popolazione". Il problema vero è quando saranno disponibili, se nelle prossime settimane o ad emergenza ampiamente finita. Le Regioni fanno quello che possono. La Lombardia ne distriburà da oggi 3.3 milioni, l’Emilia Romagna 3,2 milioni, la Toscana ne attende 10 milioni. La Liguria 5 milioni. Il Veneto ne ha acquistati 27 milioni. Ma il problema è la dipendenza dall’estero. 

L’Italia – incredibile per un Paese del G7 – non produce mascherine FFP2 e FFP3, quelle a più alta protezione, indispensabili ai sanitari. Vanno tutte importate. E così si cerca di fare tra crescenti difficoltà. Il commissario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, sembra ottimista. "Il nostro Paese ha comprato 300 milioni di mascherine ed ora verranno distribuite con il criterio concordato con le Regioni. Le attività di approvvigionamento – dice – proseguono senza sosta. In pochi giorni abbiamo raggiunto un traguardo importante: le mascherine arrivano a destinazione in quantità sufficiente e in un tempo assai ragionevole". O quasi. Dall’inizio della diffusione del Coronavirus, sono arrivati in Italia oltre 51 milioni di mascherine ed altri 30 arriveranno nei prossimi giorni. Ma ogni mese ne servono 90 milioni, tra quelle ad alta protezione e quelle ’chirurgiche’. 

Mascherine obbligatorie? La mappa delle Regioni

Per le mascherine cosiddette ’chirurgiche’, si cerca di avviare una produzione nazionale adeguata alla domanda. "Il nostro obiettivo – osserva Arcuri – è arrivare a una produzione nazionale di mascherine con investimenti complessivi per 13,6 milioni". Come si è detto, nessuna delle aziende che fanno parte delle 30 i cui investimenti sono stati approvati dall’incentivo ‘C-ura Italia’, produce mascherine Ffp2 e Ffp3. Producono invece mascherine chirurgiche: dal 31 marzo 200mila mascherine chirurgiche al giorno, che sono diventate 500mila venerdì scorso e la fine di questa settimana dovrebbero salire a 700mila: totale, 21 milioni di mascherine al mese. Altre aziende dovrebbero aggiungersi, burocrazia permettendo. 

"Abbiamo molte aziende che hanno fatto domanda per riconvertire la loro attività e produrre mascherine chirurgiche – spiega il capo dell’Iss Silvio Brusaferro – . Ad oggi 79 di esse sono state autorizzate ad avviare la produzione e ad accumulare scorte. Man mano che forniranno le cosiddette ‘prove tecniche’, qualora queste rispettino gli standard, verranno autorizzate oltre che a produrre anche a commercializzarle".

Ma le settimane passano. Nell’attesa si avviano strade alternative, come quella del Dap del ministero della Giustizia che in tre carceri (Milano Bollate, Salerno e Roma Rebibbia) che entro 14 giorni metterà al lavoro 320 detenuti, che garantiranno 400 mila mascherine protettive al giorno.

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