Coronavirus, la casta dei virologi vuole zittire gli eretici

Scontro sulla partecipazione di alcuni primari a un summit sul morbo al Senato. L’infettivologo Bassetti: "Ci vado, sono un uomo libero".

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Gira e rigira torniamo sempre lì, ai Promessi sposi. Scrive Alessandro Manzoni raccontando di Renzo Tramaglino in visita all’avvocato Azzecca-garbugli per donargli quattro capponi vivi e salvare il matrimonio con Lucia Mondella: "Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura".

Sostituite i capponi di Renzo con i virologi del Covid19 e capirete la tempesta mediatica che agita il mondo scientifico italiano. Perché da 48 ore è tutto un beccarsi fra esperti di virus tenuti per le zampe dalla politica. Compagni di sventura pandemica che non hanno nulla di meglio da fare se non litigare. Domanda: chi ha cominciato? Risposta: un anonimo che si trincera dietro la nobile sigla del Patto trasversale per la scienza (Pts), nato il 10 gennaio 2019 con l’obiettivo di "portare le evidenze scientifiche alla base delle scelte legislative e di governo di tutti i partiti politici, trasversalmente". Bravi, bene, bis.

Ma appena uno dei fondatori, Matteo Bassetti, primario all’Ospedale San Martino di Genova, fuoriuscito dal Patto 10 giorni fa, ha accettato l’invito al convegno ‘Covid- 19 in Italia – Tra informazione, scienza e diritti’, in programma al Senato per lunedì 27 luglio, il Pts ha dimenticato i buoni propositi e, con manina anonima, ha attaccato: "Appare grave ed incomprensibile l’eventuale adesione da parte di importanti soci ad iniziative in chiave chiaramente politica ed elettorale (…) Chiediamo a tutti gli affiliati di non prestarsi (…) Il non accoglimento di questo invito comporterà la rivalutazione della compatibilità dell’affiliato".

Una minaccia di scomunica. Così, il virologo Guido Silvestri ha rinunciato; Bassetti, invece, no: "Sono un uomo libero". E il fresco ex presidente Pts, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, neocapolista alle regionali in Puglia per la sinistra di Michele Emiliano, ha tuonato: "La scienza non può essere piegata a tesi politiche precostituite. Ne va della sua indipendenza che è una garanzia per tutti". Da che pulpito? Oh yes! Ma sentite chi ci sarà il 27 oltre a Bassetti e ai suoi colleghi Maria Rita Gismondo, Massimo Clementi, Giulio Tarro e Alberto Zangrillo: i costituzionalisti Sabino Cassese e Michele Ainis, il cantante Andrea Bocelli, il filosofo Bernard Henry-Levy; nonché politici di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, M5S. E allora dov’è il problema? Forse nella presenza di Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi. I cui nomi, evidentemente, dividono e agitano i capponi… Pardon: i virologi!