Coronavirus, via al rientro degli italiani da Wuhan. Ipotesi isolamento in caserma

Sono una cinquantina. Rimpatrio dalla città focolaio della Cina "entro 48/72 ore". Quattordici giorni di sorveglianza sanitaria

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Roma, 29 gennaio 2020 - E' in moto la macchina organizzativa per il rientro degli italiani dalla città di Wuhan, focolaio del coronavirus. "Stiamo lavorando per essere pronti al rimpatrio entro 48/72 ore degli italiani dalla Cina. Saranno circa una cinquantina. In realtà sono un po` di più quelli presenti in Cina ma qualcuno è sposato con una persona cinese che non potrebbe partire quindi resteranno in Cina", ha detto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri intervistato a Radio Radio. "L'ipotesi di lavoro - ha spiegato - è quella di un atterraggio a due giorni da oggi di un aereo civile sotto l'egida militare. Stiamo valutando dove far proseguire la quarantena che certamente ci sarà, conclude Sileri, limitata a un quindicina di giorni, che è il periodo d'incubazione del virus".

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Potrebbero trascorrere gli eventuali 14 giorni di 'sorveglianza' sanitaria in una struttura militare gli italiani rimpatriati - riferisce l'Ansa -. Una decisione definitiva non è stata ancora presa dal Ministero della Salute, ma questa al momento sembra l'ipotesi più accreditata per motivi logistici. Da Wuhan i cittadini italiani potranno partire solo dopo visita medica che escluda problemi, quindi solo se sani. In viaggio useranno la mascherina, e in Italia saranno in isolamento gli uni dagli altri.

L'organizzazione e la gestione degli italiani in arrivo da Wuhan è particolarmente complessa poiché le autorità dovranno trovare una struttura, non necessariamente nella Capitale, dove le persone possano trascorrere due settimane in una situazione di serenità e comfort. Nel centro, forse una caserma, sarà servito ovviamente anche il cibo ma è escluso, chiariscono gli esperti, che le persone possano condividere i pasti: in quel caso infatti dovrebbero togliersi la mascherina interrompendo così l'isolamento e mettendo a rischio l'intera procedura di sorveglianza.

Gli italiani, anche se sani, provengono comunque da una zona sottoposta a quarantena e i protocolli internazionali escludono contatti pericolosi. L'ipotesi che la task-force del Ministero della Salute possa optare infine proprio per un edificio militare, sembrerebbe escludere almeno per il momento l'eventualità che ognuno degli italiani evacuati faccia rientro a casa propria. Sarebbe infatti particolarmente difficoltosa la sorveglianza sanitaria quotidiana con i controlli delle Asl a domicilio. Non solo, allestire l'isolamento in case private dove vivono anche persone anziane o bambini risulterebbe decisamente un'operazione complessa.

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Sul luogo dove verranno ospitati e su come verranno trattati, con una eventuale quarantena, il ministro della Salute Roberto Speranza sottolinea che "sono al vaglio tutte le ipotesi". Quanto alla possibilità che vengano ospitati negli ospedali militari, il ministro ha precisato: "Ci sono valutazioni in corso, deciderà la Task Force, non è stato ancora stabilito nulla".