Coronavirus Italia, appello di 100 scienziati: "Servono misure drastiche in 2-3 giorni"

Lettera aperta a Mattarella e a Conte: "Altrimenti si rischiano centinaia di morti ogni 24 ore". Gli anestesisti: "Crisi in 15 giorni, verso raddoppio ricoveri in terapia intensiva"

Coprifuoco a Milano (Ansa)

Coprifuoco a Milano (Ansa)

Roma, 23 ottobre 2020 - Sale la pressione sul governo perché adotti ulteriori misure restrittive per fronteggiare la seconda ondata del Coronavirus. Oggi l'appello sale forte da 100 scienziati che hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del consiglio Giuseppe Conte chiedendo "misure drastiche in 2-3 giorni" per evitare che si arrivi a centinaia di decessi al giorno.

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E' questo l'appello lanciato oggi da oltre cento scienziati. "Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19", scrivono i ricercatori, riferendosi alle stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, secondo le quali il raddoppio nei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno. 

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I ricercatori condividono la proposta di Parisi di "assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni" e "il necessario contemperamento delle esigenze dell'economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell'art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile".

Gli anestesisti

Nelle stesse ore arriva anche il grido d'allarme degli anestesisti. "Temiamo un raddoppio dei ricoveri in terapia intensiva entro 15 giorni, se la curva dei contagi manterrà l'attuale andamento e nell'attesa di vedere gli effetti delle misure dell'ultimo dpcm: quello sarà il punto di rottura ed il momento in cui entreremo in crisi perchè la dotazione organica disponibile di anestesisti-rianimatori non sarà sufficiente a fare fronte all'emergenza". Lo dice Alessandro Vergallo, presidente degli anestesisti italiani.

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