Coronavirus, Crisanti: "Terza ondata certa. In Italia sarà record di morti"

Il virologo dell'università di Padova: "Indicatori andrebbero ripensati. L'obiettivo è mantenere l'attività economica o tutelare la salute? Bisogna trovare il giusto compromesso"

Andrea Crisanti (Imagoeconomica)

Andrea Crisanti (Imagoeconomica)

Roma, 8 dicembre 2020 -  "La terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante". Il professor Andrea Crisanti non ha dubbi e, a 'L'aria che tira', analizza il quadro dell'emergenza Coronavirus in Italia. "Il calo dei positivi di ieri è legato al numero dei tamponi eseguiti - continua Crisanti -. Se avessimo fatto il consueto numero di tamponi, ieri avremmo avuto 28mila nuovi casi".

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Riguardo le Regioni, aggiunge il virologo dell'università di Padova, mentre "in Lombardia, che è stata zona rossa, la situazione migliora", "l'Abruzzo si autodeclassa ad arancione" e "il Veneto resta avvinghiato alla zona gialla nonostante sia sul podio dei contagi e abbia tanti morti. E' tutto irragionevole. Non è un posto serio l'Italia". "Per un effetto paradosso - prosegue il professore -, una regione preparata dal punto di vista sanitario adotta misure più blande e consente la maggiore circolazione del virus. Alla fine di questa esperienza, gli indicatori di queste zone andrebbero ripensati. L'obiettivo è mantenere l'attività economica o tutelare la salute? Bisogna trovare il giusto compromesso".

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E' di oggi anche la notizia dall'avvio della somministrazione del vaccino anti-Covid Pfizer BioNTech in Inghilterra. Ma "prima che il vaccino abbia effetto - commenta Crisanti - passeranno mesi, ci attende un inverno preoccupante". In particolare "l'Italia alla fine della prossima settimana sarà il paese con più morti in Europa, non è qualcosa di cui essere orgogliosi".

Riguardo le feste, "Natale, con scuole chiuse e fabbriche a ritmo ridotto, va sfruttato per ridurre i contagi", afferma ancora. "La terza ondata è una certezza in questa situazione, non c'è bisogno di previsioni. Con la riapertura delle scuole e delle attività produttive, abbiamo offerto una grande occasione al virus e i contagi sono esplosi". E conclude: "Dopo l'estate avevamo in mano una situazione gestibile e ce la siamo lasciati sfuggire. I casi residui potevano essere gestiti".