Coronavirus, quasi 1,5 milioni di italiani ha gli anticorpi

L'indagine di sieroprevalenza di ministero della salute e Istat. Il 2,5% della popolazione ha sviluppato anticorpi per il SarsCov2. Test sierologici sono relativi a 64.660 persone

Test sierologici

Test sierologici

Roma, 3 agosto 2020 - Gli anticorpi per il SarsCov2 sono stati sviluppati da 1 milione e 482mila persone. Questo uno dei risultati dell'indagine di sieroprevalenza sul Covid-19 illustrati da ministero della Salute Istat, indagine  condotta dal 25 maggio al 15 luglio. Il 2,5% della popolazione residente in famiglia è risultato con IgG positivo e quindi ha sviluppato gli anticorpi per il SarsCov2. Le persone dunque che sono entrate in contatto con il Coronavirus sono dunque sei volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia attraverso l'identificazione dell'Rna virale.

Se il 2,5% della popolazione ha sviluppato anticorpi Covid, "vuol dire che ci sono il 2,5% delle possibilità di incontrare una persona positiva. Se una persona ne incontra 20 al giorno, ha circa il 50% delle possibilità di incontrare un positivo. E in una settimana mediamente incontrerà 3,5 persone positive. Questo vuol dire che non dobbiamo abbassare la guardia". Lo ha detto Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat, in conferenza stampa.

Coronavirus Italia, il bollettino di oggi, 3 agosto

I risultati della campagna dei test sierologici sono provvisori e sono relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio. La conduzione della campagna in condizioni emergenziali non ha permesso di raggiungere completamente la numerosità originariamente programmata del campione, e pari a 150mila soggetti. Tuttavia le tecniche adottate hanno permesso la produzione di stime coerenti, sia con i dati di contagio e mortalità sia con risultati di indagini condotte a livello locale in alcune realtà del paese. Lo affermano Istat e ministero della Salute in merito all'indagine di prevalenza sierologica.

Dati regionali

E' la Lombardia la regione che raggiunge il massimo valore di sieroprevalenza con il 7,5%. I picchi a Bergamo (24%) e Cremona (19%). "La Lombardia raggiunge il massimo con il 7,5% di sieroprevalenza: ossia 7 volte il valore rilevato nelle regioni a piu' bassa diffusione, soprattutto del Mezzogiorno. Il caso della Lombardia è unico: da sola questa regione assorbe il 51% delle persone che hanno sviluppato anticorpi". Gli operatori della sanità sono i più colpiti (9,8%) insieme agli addetti alla ristorazione che superano il 4%. 

Asintomatici

 Il 27,3% delle persone che ha sviluppato anticorpi  non ha avuto alcun sintomo. "Un dato elevato - si legge - che sottolinea quanto sia importante l'identificazione immediata delle persone affette dall'infezione, nonche' di tutti gli individui con cui, a loro volta, sono entrate in contatto". "Gli asintomatici arrivano al 27,3% che non è una quota bassa. Quindi è molto importante la responsabilità individuale e il rispetto delle misure». Lo ha affermato la direttrice dell'Istat, Linda Sabbadini.

Ministro Speranza

"Questo studio è un pezzo importante del puzzle che stiamo costruendo, è uno dei tasselli decisivi per comprendere, studiare e analizzare questo fenomeno nel nostro Paese. Conoscenze che ci servono per dare risposte più adeguate". Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, presentando i risultati dell'indagine. Un lavoro "frutto di un enorme lavoro di squadra", ha aggiunto il ministro, ringraziando quanti hanno realizzato questa ricerca, ma anche "gli oltre 60 mila italiani che ci hanno dato una mano con la loro disponibilità a fare questo prelievo venoso".  "Ciascuno di loro ci ha dato una mano a conoscere meglio questo virus. E conoscerlo meglio è la premessa per combatterlo meglio e superarlo".

Locatelli (Consiglio superiore di sanità)

Lo studio di sieroprevalenza "ci permette di definire in modo più preciso il tasso di letalità, che scende al 2,5%: è un dato in linea con i dati internazional". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.