Coronavirus, Iss: "Progressivo peggioramento le ultime 8 settimane. Aumento in 10 Regioni"

Pubblicato il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. Crescono anche le terapie intensive. Rt nazionale pari a 0,95

Coronavirus (Ansa)

Coronavirus (Ansa)

Roma, 25 settembre 2020 - L'Italia vede aumentare i casi di Coronavirus per l'ottava settimana consecutiva. E' il preoccupante quadro esposto nel consueto bollettino settimanale dell'Iss e del Ministero della Salute, che raccomanda di mantenere le distanze. Il numero dei positivi è salito, rispetto alla settimana precedente, in dieci Regioni. Il monitoraggio per la settimana dal 14 al 20 settembre però non riporta i tanto attesi dati sui contagi a scuola, infatti: ora non è ancora possibile valutare l'impatto che l'apertura delle classi nel Paese: "sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane". Invece dal monitoraggio del 3 - 16 settembre, si scopre che l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva.

Coronavirus Italia, il bollettino del 25 settembre. Dati Covid e tabella

Aumento casi in 10 Regioni

Nella settimana presa in esame sono saliti i casi in dieci Regioni e provincie autonome. L'Iss avverte che l'aumento non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati dall'estero, o da altre Regioni, o ad un aumento nella attività di screening. La maggior parte dei casi segnalati, cioè l'84,2%, è contratta sul territorio nazionale, con una lieve diminuzione dei casi importati da stato estero (8% dei nuovi casi diagnosticati questa settimana contro 10,8% la settimana precedente) e anche dei casi importati da altra Regione/PA (3,3% nella settimana corrente contro 5,5% la settimana precedente). Le diagnosi: il 27,6% con attività di screening, e il 35,8% contact tracing.

Da otto settimane sempre peggio

L'Iss osserva un lento e progressivo peggioramento dell'epidemia in Italia da otto settimane, aspetto che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. Il trend è comune a molti Paesi europei, ma in Italia per ora è più contenuto. Ma non si deve sottovalutare il rischio di una rapida ripresa epidemica dovuto ad un eccessivo rilassamento delle misure.

Scuola, valutazione dopo 2-3 settimane

Nel bollettino non si parla ancora di scuola: "Non è possibile valutare, al momento, l'impatto che l'apertura delle scuole in Italia avrà sull'andamento dell'epidemia. Si ritiene che questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane". Proprio per la sua importanza si sottolinea che "la riapertura delle scuole rimane uno degli elementi da monitorare attentamente". Riguardo ai primi casi rilevati negli istituti, Iss scrive: "Non è stata accertata, nella settimana in esame una trasmissione del virus nell'ambito scolastico sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole. L'elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (screening, rilevazione della temperatura giornaliera, procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto".

Rt pari a 0,95

L'Rt calcolato sui casi sintomatici nel periodo 3 - 16 settembre 2020 è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio. E' la seconda settimana consecutiva, ma l'Istituto superiore di sanità frena gli entusiasmi: "Bisogna tuttavia interpretare con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell'epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza". Si è stabilizzata invece l'età dei nuovi infetti: questa settimana l'età mediana è stabile a 41 anni. 

Crescono le terapie intensive

Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica a livello nazionale è aumentato dal 4% al 5%, mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni, scrive nel bollettino settimana l'Iss, che avverte: ebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno.

Quasi 3mila focolai attivi

In Italia sono stati registrati 2868 focolai attivi, di cui 832 nuovi e ijn aumento per l'ottava settimana consecutiva. Per focolaio si intende 2 o più casi positivi tra loro collegati (nella precedente erano 2397 focolai attivi di cui 698 nuovi).