Coronavirus in Italia, le Regioni per ora non cambiano colore

Il governo è cauto e intende prolungare le restrizioni fino al 3 dicembre

Covid, la mappa dell'Italia e i colori delle Regioni

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Gli indicatori del contagio sono alti ma positivi, l’indice Rt scende e – secondo i dati giunti ieri – si avvicina a 1,1, ma il governo vuole usare la massima prudenza e riaprirà cautamente e progressivamente. "In vista del prossimo Dpcm di dicembre – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a di Martedì su La7 – valuteremo fino all’ultimo i dati, vogliamo vedere quanto riusciremo a piegare la curva, poi continueremo col principio di proporzionalità. Guai a scambiare i primi segnali che vanno in una direzione giusta in uno scampato pericolo". "Da qualche settimana – ha annunciato – vediamo un segnale che nella direzione giusta: l’indice di contagio Rt si sta abbassando. Due settimane fa era 1,7 poi 1,4 ora è poco meno di 1,2 e sta ancora scendendo. Questo significa che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti e che dobbiamo continuare a insistere su questa strada. Ma niente ’liberi tutti’, i numeri sono quelli di un’epidemia ancora molto presente. Il dato più drammatico è quello dei decessi ma anche quello delle persone contagiate è molto alto".

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Già, i numeri. Ieri si sono registrati 23.232 casi di persone positive al Coronavirus, in leggero aumento rispetto a ieri (22.930) ma con 40mila tamponi in più. Purtroppo ci sono ben 853 decessi, il dato più alto della seconda ondata, a fronte dei 630 del giorno prima. Buoni però i segnali dagli ospedali. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 34.577 e calano di 120 rispetto a lunedì: di questi 3.816 sono in terapia intensiva, dato che cresce solo di 6 unità. "A fronte del dato dei decessi, credo che ci sarà ancora un numero di morti di questa grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo – sottolinea Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità – ci sono degli indicatori di una chiara riduzione. Il numero degli accessi nelle terapia intensive di 6 a fronte di 120 di una settimana fa, la diminuzione del rapporto tra nuovi casi e tamponi al 12,3% e quello dei ricoveri in area medica è in discesa di 120 contro i +528 di una settimana fa. Indubitabilmente questi indicatori vanno nella direzione sperata e servono come incentivazione a perseguire la strategia". Che resta rigorosa.

Ieri Il ministro della Salute ha firmato una nuova ordinanza con cui si rinnovano le misure restrittive relative alla Provincia autonoma di Bolzano (rossa) e alle Regioni Basilicata, Umbria e Liguria (arancioni), che in base alla precedente ordinanza avrebbero dovuto restare nella fascia attuale solo fino a oggi. L’ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020. Venerdì 20 novembre Speranza aveva firmato un’ordinanza con cui si rinnovano sempre fino al 3 di dicembre le misure relative alle regioni Calabria, Lombardia, Piemonte, Val D’Aosta (rosse), Puglia, Sicilia (arancioni). Venerdì 27 scadevano infatti i 15 giorni di inclusione in zona rossa di Piemonte, Lombardia, Val D’Aosta e Calabria, ma sebbene i dati siano per tutte in miglioramento e compatibili con una riclassificazione in zona arancione, la scelta era stata quella di mantenere tutti ’congelati’ una altra settimana. Certo, esiste da qui a 3 dicembre la possibilità di una nuova classificazione, prevista dal Dpcm. Ma non sembra questo l’orientamento. Da notare che venerdì scade anche l’ordinanza che ha portato in zona rossa Toscana e Campania e in zona arancione Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Anche qui, i parametri consentirebbero un allentamento, ma a molto probabilmente si attenderà anche per loro il 3 dicembre.

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