Coronavirus, l'infettivologo Galli: "L'epidemia ha perso la sua aggressività"

Il primario dell'ospedale Sacco di Milano: "Se continua così a luglio potremmo anche smettere di indossare le mascherine"

L'infettivologo Massimo Galli

L'infettivologo Massimo Galli

Milano, 14 aprile 2020 

Professor Galli, ha senso affermare che il Coronavirus col passare dei giorni sembra meno aggressivo?

"Detto così sarebbe improprio», risponde Massimo Galli, past-president della Simit, la Società italiana malattie infettive e tropicali. «La forza del virus quella era, quella è rimasta. Ma possiamo dire che l'epidemia in senso lato ha perso vigore, continua a indebolirsi in seguito alle misure di distanziamento sociale".

Il bollettino del 14 aprile

Dal punto di vista dei numeri?

"L'andamento della curva dei contagi dipende dal volume di tamponi che si fanno. I numeri reali saranno cinque-sei volte superiori a quelli che vengono misurati".

Ma un trend in lieve calo da quando si avverte?

"Un certo ridimensionamento c'è, da una settimana a questa parte. Qui all'Ospedale Sacco vedo pazienti che entrano con meno complicanze. I protocolli sono ottimizzati, sia pure in mancanza di farmaci specifici. Tanti malati, penso agli anziani, arrivano però ancora oggi in condizioni compromesse. Per questo stiamo lanciando una iniziativa congiunta che coinvolge l'Università Statale di Milano, il CNR, la Simit e i geriatri, approvata dal comitato etico dello Spallanzani. Metteremo online un questionario al quale tutti potranno accedere".

I sacrifici imposti alla nazione sembrano non finire mai.

"Finora sono serviti a scongiurare una diffusione a cerchi concentrici, come abbiamo visto in assenza di univoche misure di contenimento. L'epidemia perde vigore adesso perché siamo asserragliati nelle case. Tuttavia, verosimilmente, la catena dei contagi si estende ancora all'interno della famiglia".

Lei allude anche ai portatori asintomatici che covano il SARS-Cov2 e magari lo trasmettono ai familiari conviventi. Ma cosa succede tra le pareti domestiche?

"Ci sono ancora tantissimi casi di persone che sospettano di essere positivi al tampone, impossibilitati a ottenere conferme, con sintomi che presto o tardi vengono fuori,  tanto da rendere necessario per alcuni il ricovero in ospedale. Questo ha un suo peso nel provocare le oscillazioni che vediamo nelle statistiche di questi giorni".

La Pasqua ormai è acqua passata. Possiamo sperare almeno di tornare al mare d'estate, con ombrelloni distanziati e mascherine?

"Io mi auguro che non sia nemmeno necessario indossarle le mascherine, a luglio. Anticipare ora l'allentamento delle misure sarebbe però un grosso errore. Adesso è il momento di organizzare la ripartenza, e credo che in luglio e agosto di occasioni per andare in vacanza ne avremo poche, se si tratta di rimettere in moto la produzione. Ad esempio negli ospedali, dovremo recuperare tutti quei pazienti che hanno dovuto aspettare gli interventi oncologici o di alta specialità, avviare le campagne vaccinali che andranno anzi potenziate. Insomma, almeno per quanto ci riguarda, di tempo libero a Ferragosto ne avremo davvero poco".