Giovedì 25 Aprile 2024

Coronavirus e scudi di plexiglas: "Troppe richieste, non riusciamo a produrli per tutti"

Il materiale plastico diventa strategico nella fase 2 per le attività commerciali e gli uffici

Coronavirus, l'installazione di uno scudo di plexiglas in un'officina (Imagoeconomica)

Coronavirus, l'installazione di uno scudo di plexiglas in un'officina (Imagoeconomica)

Roma, 2 maggio 2020 - Siamo pronti ad alzare barriere trasparenti di plastica a prova di Coronavirus, dal ristorante al parrucchiere o negli uffici, non più solo nei supermercati o nelle farmacie. Solo che quelle barriere non bastano per tutti. E invece sono raccomandate anche dall’Inail  per affrontare la ripartenza delle attività produttive e commerciali. "Mai avuto tante richieste in 50 anni”, riconosce Antonella Annunziata, amministratore delegato di Madreperla, a Cinisello Balsamo (Milano) e signora del plexiglas, il materiale prediletto per realizzare parafiati, paravento e pareti che possano proteggere dal Covid-19. 

L’azienda, fondata dal padre Orazio nel 1955, venne chiamata così perché partì con prodotti che imitavano quelli naturali, come i bottoni in madreperla appunto. Oggi “produce  7mila tonnellate all’anno di lastre tre metri per due, siamo i primi in Italia, il 70% prima andava all’estero, ora naturalmente diamo la precedenza all'Italia”, spiega la manager. Ma anche con questi numeri, e ordini da qui ad agosto, non riesce a rispondere alla domanda. “Lo stesso vale per i concorrenti stranieri e per tutti quelli che fanno materiali trasparenti”. Perché le barriere possono essere realizzate anche in policarbonato e polistirolo.

Fin qui abbiamo discusso soprattutto di mascherine ma ora dovremo ripararci dal virus anche con gli schermi protettivi. "Chiaro che se in un ufficio davanti alla tua scrivania  c’è un’altra persona… Sarebbe meglio avere una protezione che divide. Lo stesso vale per le attività commerciali: farmacie e supermercati si sono già attrezzati. Ma d'ora in poi, con la riapertura di altre attività, si pone il problema anche per librerie o ristoranti. Ma anche se vai alla mensa aziendale e hai davanti un collega, lo schermo sarà necessario. Gli open space come verranno gestiti?  Per il momento c’è lo smart working ma la gente deve andare comunque in ufficio a turno".

Risultato per voi? "Siamo sommersi dalle richieste, tra un po' non riusciamo neanche più a gestire il sistema informatico".

Quindi il plexiglas, che prima della pandemia era il grande accusato come tutta la plastica, di colpo diventa uno scudo per la salute. "Veramente è l’unico prodotto in materia plastica  riciclabile al 100 per cento. Noi ne vendiamo un tipo, in commercio da qualche anno, che è completamente riciclato".

Comunque questo è il momento di gloria per il polimetilmetacrilato, in sigla PMMA, ribattezzato plexiglas  dal chimico tedesco Otto Röhm nel 1933 che ne brevettò la produzione industriale. "Diciamo che è sempre stato in auge, è la più bella delle materie plastiche. La vasca da bagno della Jacuzzi è fatta in plexiglas, i parabrezza dei motorini e le insegne luminose anche. Convive con noi, neanche ce ne rendiamo conto.

Il suo stabilimento non ha mai chiuso. Anche così siete in affanno per la troppa domanda. "Abbiamo contingentato i clienti, cerchiamo di tenerci quelli abituali. Anche se avrebbero bisogno che gli dessimo dieci volte di più. Ma aumentare la produzione è troppo complesso. Non è ampliabile in quantità così rilevanti se non facendo impianti nuovi, ci vorrebbero due-tre anni".

Finora ci siamo concentrati molto sulle mascherine. Ci sono state polemiche sulle esportazioni. In futuro potranno essere requisite anche le lastre di plexiglas? "Lo vedo impossibile. Se domani qualcuno ci dovesse dire, non esportate più, nello stesso modo tedeschi, francesi o inglesi direbbero, non vendete più in Italia".

Anche per questo settore dipendiamo dalle importazioni? "Per oltre il 50 per cento, quindi saremmo penalizzati".

Voi vendete le lastre, poi ci sono le aziende che le trasformano in barriere da ufficio o negozio, occhiali o visiere.  "Molti si sono riconvertiti. Tutti quelli che hanno un laser possono fare gli schermi, basta avere una macchina che taglia, basta anche una sega da falegname.  Non serve una grande tecnologia".

Barriere indistruttibili. "Anche pulite con l’alcol, che è il prodotto più aggressivo, non succede niente. Ma qual è l’alternativa alla plastica? Il vetro. S’immagina avere sulla scrivania una lastra di vetro?".

Quindi dovremo convivere con il virus tenuto a distanza da plexiglas e affini. "Anche, anche. Sopratuttto speriamo che qualcuno ci metta un po di fantasia, gli schermi si possono fare anche rossi verdi gialli trasparenti. Altrimenti, sai che depressione!".