Coronavirus, cosa cambia col nuovo decreto. "Stop alla movida"

Da oggi vietati gli assembramenti, anche all’aperto. In tutta Italia i negozi dovranno far rispettare la distanza di un metro tra i clienti. Centri commerciali chiusi nei weekend. Bloccati tutti gli impianti di sci, le palestre e le manifestazioni

Coronavirus, il premier Conte al lavoro nel suo studio (Ansa)

Coronavirus, il premier Conte al lavoro nel suo studio (Ansa)

Roma, 10 marzo 2020  - Basta movida, assembramenti, giri per locali, sport e fughe sulle piste da sci. L’Italia si deve fermare e gli italiani devono restare a casa. Da oggi scatta il coprifuoco per l'emergenza coronavirus. È drastico il premier Giuseppe Conte quando a tarda sera lancia l’avviso duro e senza appelli rivolto soprattutto ai giovani e a coloro che nell’ultimo fine settimana si sono "divertiti" come se non stesse accadendo niente intborno a loro. E così non solo scatteranno per tutta la Penisola i divieti e i limiti negli spostamenti, come previsto dal decreto presidenziale di domenica notte, ma si faranno più stringenti anche tutti i vincoli che riguardano soprattutto la vita di società e il divertimento.

Coronavirus, il vademecum che spiega il decreto. Cosa si può fare e cosa no

Il presidente del Consiglio, non a caso, spiega che il provvedimento si chiamerà come la campagna di comunicazione avviata dal governo: "Io resto a casa". E senza mezzi termini spiega: "Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. È il momento della responsabilità e tutti l’abbiamo. Voi cittadini tutti con me. La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro nostro è nelle nostre mani".

Parole gravi che si traducono con una raffica di misure concrete. La prima, per quanto riguarda soprattutto i giovani, è netta: "Ci sarà un divieto di assembramento in tutta Italia. Non ci possiamo permettere occasioni di contagio". E dunque niente movida, giri per locali e bar, comitive, pranzi e cene conviviali di gruppo. "Bisogna evitare – incalza – sul tutto il Paese gli spostamenti, a meno che non siano motivati, divieto degli assembramenti all’aperto e dei locali aperti al pubblico".

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Ma il capitolo stop ai divertimenti e alla socialità è ben più ampio: "Sospeso il campionato di calcio. Non consentiremo neppure l’uso delle palestre". E degli impianti di sci. Chiusi cinema, teatri, di concerti neppure a parlare. Insomma, l’Italia delle abitudini sociali e comunitarie che conosciamo si deve fermare. Servono sacrifici per tutti. Non è sufficiente che i limiti interessino solo le attività produttive e il lavoro. Anzi, è principalmente negli ambiti dei comportamenti extra-lavorativi che a questo punto bisogna mettere un argine possibilmente insormontabile. Un argine che per il premier deve essere anche ben controllato, con sanzioni per gli irresponsabili.

Supermercati 

Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali vanno predisposte le condizioni per garantire il rispetto della distanza di sicurezza di un metro. Sono consentite le attività commerciali a condizione che il gestore garantisca un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti. 

Gare sportive 

Lo sport italiano si ferma per l’emergenza Coronavirus. Questa la decisione presa all’unanimità dal Coni, e confermata da Conte, al termine della riunione voluta dal presidente Giovanni Malagò con i rappresentanti delle federazioni degli sport di squadra.

Scuole

Sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le università fino al tre aprile. 

Autocertificazione

Sarà possibile l’autocertificazione per la giustificazione degli spostamenti, «ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato», ha spiegato ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 

Bar e ristoranti

Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6 alle 18, con obbligo, a carico del gestore (pena la sospensione dell’attività), di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. 

Farmacie

La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.

Palestre e piscine

Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. 

All'aperto 

Prevediamo il divieto di assembramento all’aperto e in locali pubblici». Lo ha detto ieri il premier Giuseppe Conte annunciando le nuove misure contro il Covid-19 in una conferenza stampa a palazzo Chigi.

Il testo del decreto in pdf