Coronavirus, cosa cambia dal 3 giugno. Spostamenti, autocertificazione e mascherine

Ancora dubbi tra le Regioni: iI presidente della Toscana chiede il rinvio di una settimana. Ma le pressioni non fermano il governo

Uno stabilimento balneare (Ansa)

Uno stabilimento balneare (Ansa)

Roma, 1 giugno 2020 - La riapertura totale del 3 giugno non convince molti governatori – nonostante i dati positivi – e così le regioni meno colpite insistono nell’alzare gli scudi. Il primo, ieri, è stato il toscano Enrico Rossi, che ha invocato un rinvio di una settimana degli spostamenti liberi, "per arrivare anche in Lombardia –ha detto – a un numero di contagi molto ridotto". Il dialogo tra il governo, attraverso il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, e le Regioni prosegue sottotraccia, ma appare difficile che da qui a mercoledì l’esecutivo defletta dalla decisione di riaprire alla mobilità in tutta Italia.

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Il ministro Roberto Speranza ha riconosciuto che "un rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo", ma per il governatore del Veneto, Luca Zaia, ci vorrà comunque "un Dpcm che interrompa il blocco", questione già esclusa – invece – dal governo che vuole "una responsabilizzazione delle Regioni". Per questo le cosiddette ‘regioni del no’ preparano le contromisure.

"Grande la preoccupazione per stazioni e aeroporti come Termini, Fiumicino e Ciampino", afferma l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, che ha chiesto di "riaprire in base ai numeri"; in Regione si valuta di introdurre l’autocertificazione per chi viene dalla Lombardia e da altri territori ad alto contagio. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca, capofila del no, ha già annunciato "controlli e test rapidi con accresciuta attenzione", ma le preoccupazioni dello ‘sceriffo’ sono anche in casa sua, dopo che il sindaco di Avellino, il dem Gianluca Festa, è stato filmato a inneggiare, in un maxi assembramento locale, contro l’ordinanza della Regione ritenuta troppo restrittiva. E, ancora, in Sicilia "i turisti saranno tracciati", ha annunciato il governatore dell’isola Nello Musumeci.

Cosa non si può fare dal 3 giugno 

Cosa cambia dal 3 giugno

Circolazione libera

Da mercoledì in Italia cadono le barriere regionali e si potrà riprendere liberamente a muoversi da una parte all’altra del Paese senza dover più giustificare gli spostamenti. Scompare dunque il modulo di autocertificazione

Baci e abbracci solo tra conviventi

La distanza interpersonale di un metro, che diventano due quando si fa sport, resta la principale regola che saremo obbligati a osservare fino a che l’emergenza non sarà terminata. I baci e gli abbracci potranno essere liberi solo tra familiari e conviventi

Famiglie in auto senza limitazioni

In auto si potrà andare tutti insieme solamente se si appartiene a uno stesso nucleo familiare convivente. Diversamente potranno viaggiare insieme solo due persone (su file diverse) e con mascherina

Mascherina all’aperto, ecco dove non si indossa

In tutte le regioni tranne Lombardia, Trentino, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte, Campania e a Genova, la mascherina all’aperto può non essere indossata, a meno che non ci si trovi a fronteggiare una situazione dove viene meno la distanza interpersonale di un metro

L’Italia apre alla Ue senza quarantena

Dal 3 giugno l’Italia riapre le frontiere all’interno dell’area Schengen, con il Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco e San Marino. Chi arriverà da queste zone non sarà più soggetto alla quarantena obbligatoria di quattordici giorni

Seconde case

Le seconde case da mercoledì saranno raggiungibili ovunque. Alberghi, b&b e case vacanza sono prenotabili, anche se sono ancora molto poche le strutture che hanno già riaperto in attesa del nullaosta alla mobilità tra le regioni e con l’estero

Sì all’idromassaggio, ma a distanza

Terme, centri benessere e, in alcune regioni come la Lombardia, anche piscine e palestre hanno riaperto lo scorso weekend. Obbligatorio uno spazio di sette metri quadri a persona nelle vasche

Locali 

Il divieto di vendita di bevande da asporto dopo le 21 è stato adottato da molte amministrazioni locali per evitare gli assembramenti degli ultimi giorni. Locali aperti fino a tardi, ma con l’obbligo di servire i clienti solo ai tavoli

Matrimoni

Nei giorni scorsi in Emilia-Romagna, Puglia, Campania e Abruzzo sono riprese le cerimonie per sposarsi in chiesa. Ammessi pochi familiari e amici, tutti in mascherina. Per i funerali in chiesa vale ancora la limitazione dei 15 partecipanti.

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