Coronavirus, in Italia calati i consumi di energia e le emissioni di CO2

Nel primo trimestre -7% di consumi elettrici. A marzo gasolio e benzina segnano -43%

Una manifestazione contro il cambiamento climatico (Ansa)

Una manifestazione contro il cambiamento climatico (Ansa)

Roma, 5 maggio 2020 - Effetto Coronavirus sui consumi di energia, che nel primo trimestre 2020 sono diminuiti in Italia del 7% rispetto al 2019, con un picco del -15% per il solo mese di marzo. E' quanto emerge dall'analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell'Enea che stima un possibile calo del 20% nel secondo trimestre 2020 e di ben oltre il 10% per l'intero semestre, sia per i consumi primari che per quelli finali. Nei primi tre mesi, le emissioni di CO2 hanno peraltro segnato una drastica diminuzione (-10% circa) con la previsione di un -15% nel semestre.

L'International Energy Agency (IEA) nella sua recente Gobal energy review, prevede che "nel 2020 le emissioni globali di CO2 diminuiranno dell'8%, o quasi 2,6 gigatonnellate (Gt), fino a livelli di 10 anni fa. Tale riduzione su base annua sarebbe la più grande di sempre, sei volte superiore alla precedente riduzione record di 0,4 Gt del 2009 - causata dalla crisi finanziaria globale - e il doppio del totale di tutte le precedenti riduzioni dalla fine della seconda guerra mondiale. Come dopo le crisi precedenti, tuttavia, il rimbalzo delle emissioni potrebbe essere maggiore del calo, a meno che l'ondata di investimenti per il rilancio dell'economia non sia dedicata a infrastrutture energetiche più pulite e resilienti".

Secondo lo studio Enea, nelle prime cinque settimane dall'inizio di marzo in poi, in Italia, la domanda elettrica ha iniziato a contrarsi stabilizzandosi su un -20% a livello nazionale (-30% nelle regioni del Nord) rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche i consumi di gas naturale si sono stabilizzati su un -30% dalla seconda metà di marzo mentre gasolio e benzina hanno segnato un -43% a marzo. Importante anche il calo delle emissioni, "senza precedenti - sottolinea Francesco Gracceva, l'esperto Enea che ha curato l'analisi - tenuto conto che nel 2019 si è registrato un -1,5%, grazie al phase out del carbone, favorito dai bassi prezzi del gas naturale e dal rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione. Ciò nonostante, negli ultimi anni in Italia si sono ridotte meno dei principali paesi europei, pur a fronte di un andamento dell'economia meno positivo".

Sul fronte prezzi, l'analisi evidenzia che il forte calo sui mercati all'ingrosso dei primi tre mesi dell'anno, accentuato dalla crisi sanitaria, ha già prodotto effetti rilevanti per i consumatori. "Nella media del primo semestre 2020 il prezzo dell'elettricità sul mercato tutelato sarà inferiore del 13% rispetto al II semestre 2019, quello del gas del 9%, a fronte di ribassi della materia prima del 26% per l'elettricità e del 12% per il gas. Queste diminuzioni - spiega l'esperto - non hanno ancora recepito pienamente i cali dei prezzi all'ingrosso, che nel semestre potranno essere intorno al 30% per l'elettricità, del 20% per il gas".

L'emergenza coronavirus si innesta su un trend di consumi in calo: nel 2019, infatti, dopo due anni di leggeri aumenti, i consumi di energia primaria e finale sono diminuiti di oltre l'1% soprattutto a causa del calo della produzione industriale (-1,3% rispetto al 2018) e dei minori consumi di riscaldamento per le temperature più miti. Nella produzione elettrica è cresciuto il ruolo del gas (+9%) che è tornato ad essere la principale fonte di energia primaria (36% del mix); le fonti fossili sono rimaste stabili al 75% nonostante il forte calo (-25%) del carbone, mentre le rinnovabili hanno visto l'incremento dell'eolico (+14%) e del fotovoltaico (+9%) mentre arretra l'idroelettrico (- 6%).