Venerdì 19 Aprile 2024

Torniamo a respirare. E l'Italia si scopre innamorata dei boschi

Dal Veneto alla Lombardia alla Toscana, gli itinerari nelle foreste più virtuose certificate da Fsc per godersi la ritrovata libertà dopo il lockdown da Coronavirus. E nell'Altopiano di Asiago un anno e mezzo dopo la tempesta Vaia appartamenti sold out

Dopo il lockdown alla riscoperta dei nostri boschi (foto G. Grotto)

Dopo il lockdown alla riscoperta dei nostri boschi (foto G. Grotto)

Roma, 30 maggio 2020 - E allora ossigeniamoci. Senza contare i passi e senza bisogno di stressarci con il metro per tenere le distanze (minime). Perché qui gli spazi sono larghi, molto larghi. La fase 3 dopo la pandemia da Coronavirus riparte dalle foreste. Luogo ideale per affrontare la ripresa dopo la serrata. Fsc Italia – parte nazionale del Forest Stewardship Council, organizzazione mondiale che si occupa di gestione forestale sostenibile – propone alcuni itinerari alla scoperta dei boschi più virtuosi. Il direttore Diego Florian ricorda che il nostro Paese è stato il primo al mondo, due anni fa, “a certificare i servizi naturali offerti dalle foreste”. Oltre 19mila ettari fra Triveneto, Lombardia e Toscana offrono garanzie su “tutela della biodiversità, assorbimento di anidride carbonica, pulizia delle acque, conservazione del suolo, attività ecoturistiche e ricreative”.

Nell’elenco le foreste litoranee del Veneto orientale alle spalle di spiagge rinomate come Bibione, Eraclea, Jesolo e Lignano Sabbiadoro; il parco regionale Oglio Sud tra Cremona e Mantova; il parco dello Stelvio (Brescia-Bergamo); l’Isola boschina (Mantova); la foresta di Rincine, nell’Unione dei comuni Valdarno e Valdisieve (Firenze); la sughereta sperimentale di Agris Sardegna (Sassari) e la Magnifica comunità di Fiemme, in Trentino, patrimonio boschivo votato alla produzione sostenibile di legname come quello di Asiago, nel Vicentino. L’Altopiano della prima guerra mondiale, devastato un anno e mezzo fa dalla tempesta Vaia.

Ma oggi un visitatore cosa trova? “Sentieri ripuliti, metà del legname portato via, in prevalenza è abete rosso. E' stato venduto, anche alla Cina e all’Austria, molto è rimasto per fortuna in Italia, per mobili o pallet. Il resto a terra, ceppaglie, parte di radici e tronchi ancora visibili, che affiorano. Quelle sono l’ultimo lavoro da fare". La sintesi è di Emanuele Munari, presidente dell’Unione montana Spettabile Reggenza dei sette Comuni e sindaco di Gallio (Vicenza), 2.500 residenti e un esercito di seconde case, si arriva a 9mila presenze.

Emanuele Munari, sindaco di Gallio (Vicenza)
Emanuele Munari, sindaco di Gallio (Vicenza)

Qui si preparano alla fase 3 con una certezza: “Gli appartamenti in affitto sono sold out. Già ai primi segnali di Covid in tanti sono scappati qui in montagna, la vedevano come un posto più sicuro dove rifugiarsi, anche perché c’è più spazio“.  Per finire l'opera ci vorrà ancora un anno e mezzo, prevede il sindaco. Perché i numeri erano imponenti: parliamo di 900mila metri cubi di legname. Svela: "Non solo c'è stata la pausa invernale, obbligata. Ma ad esempio nel mio comune, dopo Vaia ha buttato giù il bosco, in certi periodi non possiamo nemmeno operare, è vietato entrare con i mezzi meccanici per non danneggiare l'habitat della salamandra aurora, vive solo qui nell'altopiano e va preservata”. Divieti? “Non è possibile addentrarsi nei boschi di Vaia, dove ci sono ancora gli alberi a terra”, fa sapere Munari, presidente orgoglioso della Spettabile Reggenza, nome che evoca i tempi della Serenissima, "spettabile per dire rispettata, quando il legname dell'Altopiano, proprio per la sua pregiatezza, andava a rifornire l'arsenale della Repubblica che in cambio concesse una certa autonomia gestionale del patrimonio, dei privilegi. Erano esenti da alcuni dazi. Voglio pensare che ancora oggi qualche palazzo a Venezia sotto abbia ancora i nostri tronchi".