Disegni dei bambini e temi antivirus. "Che brutto stare in casa"

Da Codogno all’Emilia, fino alla Toscana: paure ed emozioni dei più piccoli. Nei loro scritti strigliano gli adulti: pensano che basti l’Amuchina

Un disegno di un bambino sul Coronavirus

Un disegno di un bambino sul Coronavirus

Milano, 1 marzo 2020 - In quarantotto ore hanno conosciuto l’Amuchina, la noia e la paranoia. Allontanati da scuola si sono accorti di averne nostalgia. Costretti a guardare da vicino la morte sono diventati saggi. Chi era bambino ai tempi del Coronavirus non dimenticherà. Questo è un colpo pesante all’innocenza, alla certezza che gli adulti sanno tutto e se non risolvono è solo per pigrizia. Non sanno un bel niente. Peggio. Come scrive un’alunna di quarta elementare, "loro che dovrebbero insegnarci a vivere ci insegnano a morire". È tremendo leggerlo in un tema. Ma sono fatti così: assetati di verità e franchezza, qualunquisti solo se si tratta di acchiappare la sufficienza, al momento buono diventano spietati e geniali. E attraverso le loro parole sui fogli a righe, dentro i disegni sproporzionati dei più piccoli, si inquadra la solennità del momento. Sofia, la ragazzina della stoccata sul vivere e morire scrive: "Secondo me stanno esagerando: dal lavarsi le mani poche volte siamo passati a lavarcele- 8-9-10 volte al giorno, anche in chiesa. E poi gente che compra Amuchina pensando che basti".

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Cosa sai bambina che noi ignoriamo? Perché ripetuti da te i numeri della fobia fanno sorridere? Toscana, Emilia Romagna, Lombardia. "La maestra mi ha raccontato che al supermercato c’era una famiglia con tre carrelli per ciascuno – scrive un innamorato dell’iperbole – Secondo me le persone assumono un atteggiamento un po’ esagerato". Ecco il disegno della mamma trampoliere con le gambe che finiscono in cielo e della sua bambina felice che si aggrappa grazie a un braccio altrettanto lungo. Ecco quello della fortezza scura in cui ci si deve barricare, per fortuna le due figurine davanti alzano le mani in segno di vittoria. "In fondo è solo un’influenza – scrive un piccolo virologo di scuola moderata– E la gente è impazzita per una misera influenza. Non capisco di cosa ci si deve preoccupare. Basta trovare un vaccino e tutto è risolto". Poi si tradisce: "Vorrei che tutto tornasse alla normalità e nessuno più morisse".

I bimbi di Codogno disegnano un flacone di Amuchina grande come l’autoambulanza, oppure vergano corone su misteriose gemme con i tentacoli verdi. Qualcuno crede nell’unione che fa la forza per dire le cose come stanno: "Siamo due bambini della quarta B. Per noi il Coronavirus è molto pericoloso perché può fare morire delle persone. Abbiamo capito che non andare a scuola non è così divertente". "Le nostre emozioni sono: paura, delusione, tristezza e rabbia. Rabbia perché la gente diceva a un dottore cinese che il Coronavirus non poteva contagiare le persone. Paura perché potrebbero essere contagiate le persone care a cui vogliamo tanto bene. Delusione perché è brutto vedere le strade vuote, quelli sempre rifugiati in casa. Tristezza perché vedere morire tutte queste persone è triste".